Il miglior spot 2011 per «Creativity»: vincono emozioni e humour

Nel 2012 voglio tornare a segnalare pubblicità per qualche aspetto positive, non solo criticabili. L’avevo già fatto, per un po’, un paio di anni fa. Poi lo spirito critico ha ripreso il sopravvento.

Comincio con lo spot Volkswagen «The Force» dell’agenzia Deutsch di Los Angeles, che è andato in onda nel 2011 durante il Super Bowl e che nei giorni scorsi la celebre testata «Creativity» ha messo al primo posto nella categoria TV 2011.

Il quadretto familiare è tradizionalissimo e alto-borghese, secondo il modello di bon ton tipicamente americano a cui da Happy Days in poi siamo abituati: famiglia di quattro componenti (madre, padre e due bambini: un maschio e una femmina) e villetta monofamiliare moderna e spaziosa, con cyclette in camera, lavanderia, giardino e cagnone tenero che pare uscito da un cartoon.

Anche i ruoli di lui e lei sono immobili nel tempo: lui torna dal lavoro e lei si occupa del cibo. In questo, ohinoi, siamo alle solite.

Che ci trovo di positivo, allora, data la convenzionalità dell’insieme?

La relazione emotiva fra i genitori, che presuppone una bella intesa e coinvolge anche il padre, e quella fra loro e il figlio, che li vede complici nell’ironia affettuosa con cui gestiscono il ragazzino.

Troppo poco? Be’, non esageriamo con le pretese. Ricordiamoci che è pur sempre – e solo – una pubblicità. E ricordiamo qual è la media di spot in circolazione. Specie in Italia.

Volkswagen, «The Force»:

18 risposte a “Il miglior spot 2011 per «Creativity»: vincono emozioni e humour

  1. icittadiniprimaditutto

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. beh,almeno ci si sposta dal tradizionale binomio automobile-donna,molto in voga nelle pubblicità nostrane.Ne è girata una, pochi mesi fa,con un’identificazione
    donna-macchina “originale”,sigh! perche’ non creare su questo blog un premio all’incontrario,gli stereotipi sessisti abbondano!potremmo sceglierne parecchi e poi votarli e assegnare un bel premio in rete,sottoponendoli al pubblico ludubrio.

    per rimanere in tema mi concentrerei proprio sulle pubblicità delle automobili

  3. molto carina 🙂

  4. bè convenzionale, forse ma non sdolcinato e falso..e la citazione-omaggio a star wars è divertente

  5. quello del black beetle è originale, surreale e ben fatto

  6. Concordo sia con Luziferszorn, che lo propone, sia con Paolo1984. Meglio lo spot black beetle, che peraltro è ben noto anche in Italia. Ma è stato premiato da qualcuno?

  7. Mi trovo d’accordo per quanto riguarda l’accento sulla relazione emotiva all’interno della famiglia ma questo tipo di complicità non dovrebbe essere degna di nota oltre al suo contributo alla narrazione dello spot, non essendoci quasi più, per fortuna, famiglie che negano anche il grado zero del coinvolgimento reciproco genitori-figli, quale qui viene rappresentato.
    Vorrei segnalare invece due modi diversi, a mio parere agli antipodi per quanto può spingersi la pubblicità, di rappresentare l’italianità:
    Sono l’ultimo spot di Proraso, in cui almeno in un caso (al 6” circa) viene fuori il valore positivo attribuito all’essere il cafonazzo italico che pur di “amare la bellezza in tutte le sue forme” si fa dare una borsettata dalla fidanzata (solo la borsetta? Veramente ci vorrebbe qualcosa di metallico sui denti…) e l’ultimo di Bel paese Galbani che mostra invece come a volte la saggezza popolare può intuire da sola quelli che sarebbero i suggerimenti di comportamento della buona psicologia, in certe occasioni.
    I video…

  8. Simpatico lo spot della Wolkswagen, anche se stereotipato. Me n’è piaciuto un’altro ma non lo ricordo com’era e il tipo di auto. Piace anche a me quello della Galbani citato da un lettore, quello della Proraso no ma mostra com’è veramente l’Italia.

  9. Nel campo dell’automotive gli investimenti pubblicitari sono talmente cospicui e incessanti, che ogni tanto, qualcosa di veramente nuovo salta fuori. Ecco qualche altro esempio:

    Honda “Cog”
    (Agenzia: Wieden+Kennedy, London. Regia: Antoine Bardou-Jacquet).

    Saturn “Sheet metal”
    (Agenzia: Goodby Silverstein & Partners. Regia: Noam Murro)

    Subaru “Baby driver”
    (Agenzia: Carmichael Lynch. Regia: Jake Scott).

    Peugeot “Sculptor”
    (Agenzia Euro RSCG, Milano. Regia: Matthijs van Heijningen)

    Honda “Choir” (Agenzia Wieden+Kennedy, London. Regia: Antoine Bardou-Jacquet).

    Per eventuali commenti tecnici e/o professionali, sono a disposizione.

    Parecchi anni fa, soprattutto per VW, Volvo, BMW e persino Fiat (ma solo in America), si vedevano dei telecomunicati per auto che sono rimasti nella storia.

  10. Peccato per i prodotti. Tutta questa fatica e creativita`per vendere stufe seoventi con volante e quattro ruote. Efficienza energetica del mezzo <5%.
    Voto per il go-down in stile Pixar.

  11. Non dimentichiamo però, che nel caso della Passat, spot e auto sono rivolti a quel target che è la famiglia convenzionale (convenzionalissima). E nel più comune dei casi (non il migliore forse), il trentacinquenne appassionato di Star Wars, e con un po’ di soldi nel portafoglio, si gode lo spot (dal costume che tutti vorremmo, agli effetti sonori, alle pose del bimbo) e ritorna, al modo di Proust, ai momenti migliori dell’infanzia.
    Quell’auto diventa, per l’uomo-ragazzino, la spada laser che ha sempre sognato.
    La forza non ha effetto sulla bambola (la sorella), non ha effetto sulla casa (la madre – non me ne vogliate), ha effetto sull’auto (il padre).
    La sorella non si vede neanche, lei è troppo piccola sia per Star Wars sia per l’auto, resta solamente lo sguardo vuoto della bambola che probabilmente sarebbe lo stesso della bambina.
    La madre mostra sì un po’ di complicità, ma è anche disturbata da questa ossessione del figlio, non la comprende appieno.
    Il padre è dell’età giusta sia per Star Wars sia per l’auto.
    Il padre non solo comprende, anzi, è coinvolto nel gioco/fissazione/vita del figlio.
    Il figlio e il passato del padre tendono quasi a coincidere. L’uno è la realizzazione dell’altro.
    Scusate se è poco.

  12. « Arduo da vedere il Lato Oscuro è. »

  13. Anni addietro in TV Fiorello presentava il galà della pubblicità, ve lo ricordate? Una volta lo affiancava persino Naomi Campbell. Era riuscito a rendermela simpatica! Al vincitore veniva regalato il “mezzo minuto d’oro”, che corrisponde alla durata della pubblicità in TV.

  14. Per Till Neuburg: interessanti le tue segnalazioni. Quella della Honda Cog la trovo troppo lunga e noiosa, quella della Saturn bellissima, quella della subaru idem; quella della Peugeot me la ricordo, è molto simpatica; quella della Honda Coir la trovo stupidina ma originale, troppo lunga anche questa.

  15. Mi ha fatto sorridere una cosa: Giovanna, ma come fa a dire che sotto la maschera di Darth Vader c’è un maschietto? Non è che lo stereotipo a volte è dove lo vogliamo vedere?
    Mi risulta infatti che “Darth Vader” sia stato interpretato da una ragazzina!
    Ciò detto, mi occupo di pubblicitàe di fronte allo spot “The force” non riesco (o mi rifiuto) di fare analisi su stereotipi e “mala comunicazione”: è semplicemente perfetto. Tecnicamente, nei tempi, l’idea…ben girato e divertente. D’altronde Volkswagen è nota per la sua comunicazione azzeccata, storicamente (vedi anche “Black Beatle”).

  16. “the force” è fra i 10 video più guardati su YouTube nel 2011, primo fra quelli a tema automobilistico.
    Interessante notare come Greenpeace abbia sfruttato proprio il grande successo diello spot, utilizzandone e parodiandone i contenuti, per ritorcerlo contro un’azienda accusata di scelte anti-ambientali (VW si oppone alle leggi europee per la salvaguardia del clima).

    Circa cinquecentomila sono le sottoscrizioni finora raccolte da VWDARKSIDE, il sito (e relativo contro-spot) anti-VW realizzato da Greenpeace in risposta al commercial. Interessanti anche le varie iniziative a tema degli attivisti sul territorio (come il blitz al meeting ACEA di Bruxelles).

  17. Pingback: L’immagine dell’Italia al Super Bowl americano | Giovanna Cosenza | Il Fatto Quotidiano

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