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Esselunga e il non superamento del Mulino Bianco

Ieri sul Fatto Quotidiano è uscito un mio commento sullo spot di cui tanto si parla. Finora (28/09/2023 ore 11.40), conta circa 350 commenti (help!), la maggior parte dei quali mi imputa di “non accettare” le famiglie etero, di essere io stessa infelice (!), di invidiare la felicità altrui (sic) e di non capire che i/le bambini/e soffrono se i genitori si separano. Non ho mai scritto queste cose, in questo periodo mi sento felice (dita incrociate) e, se penso ciò che penso dello spot, è anche perché credo che i/le bambini/e andrebbero tenuti lontanissimi dalle pastoie delle separazioni coniugali, mentre lo spot ci costruisce sopra una bella strumentalizzazione. Bah. Ecco il testo.

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Il nuovo spot Dietorelle e l’omosessualità femminile

Spot Dietorelle 2021

Da diversi anni persino in Italia – dove arriviamo tardi su tutto – la pubblicità rappresenta coppie gay e/o famiglie che includono l’omosessualità maschile con una certa frequenza, fino al punto che da poco qualcuno ne ha parlato in termini di moda, tendenza. Più difficilmente la comunicazione commerciale mette in scena coppie formate da donne, perché anche nella pubblicità italiana – come nella nostra società – l’omosessualità femminile resta più nascosta. Quando va bene, è accettata ma…

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Il nuovo spot di Procter & Gamble per i prossimi Giochi Olimpici a Tokyo

Love Leeds to Good

Quest’anno la multinazionale Procter & Gamble è ancora una volta sponsor dei Giochi Olimpici. Cominciò con le Olimpiadi di Londra nel 2012, in cui per la prima volta promosse il brand P&G invece delle singole marche che produce (Tide, Olay, Pantene, Secrete, Pampers, Gilette, e molte altre). Da quel momento ha sempre sponsorizzato tutti i Giochi Olimpici, anche invernali, accompagnandoli con la campagna Thank you Mom, il cui primo film fu diretto niente meno che dal regista premio Oscar Alejandro González Iñárritu.

Per la prossima edizione, che si chiama Tokyo 2020 anche se è stata posticipata all’estate 2021 per la pandemia,

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Spot Fineco: perché dire (ancora) «uomo» quando si poteva parlare di «esseri umani» o «persone»?

Fineco

In Italia l’uso del genere grammaticale femminile nel caso di parole riferite alle donne e l’attenzione a evitare il più possibile il maschile generico, quello con cui si indicano uomini e donne in generale, sono molto più diffusi oggi di cinque o dieci anni fa. In questo anche la lingua italiana si sta adeguando a una soglia di attenzione che nei paesi anglosassoni è alta da anni: si pensi all’uso di «person» invece di «man» che già nel 2000 indusse la rivista Time a cambiare il celebre «Man of the Year» in «Person of the Year» nella copertina di fine anno. In Italia molti e molte ancora considerano queste attenzioni un’esagerazione, una forma di Continua a leggere

Perché non mi piace l’ultimo spot di Tampax Italia “Facile, a prova di uomo”

Facile, a prova d'uomo

Da un paio di mesi è in circolazione la campagna di Tampax Italia “Facile, a prova di uomo”, su cui ho ricevuto diversi commenti, ora perplessi (“Non so perché, ma non mi convince”), ora entusasti (“È proprio vero: noi donne abbiamo una marcia in più!”), e molte sollecitazioni (“Ma tu, che ne pensi?”). Non mi piace e spiego subito perché: Continua a leggere

Galbusera: «Si può essere buoni senza essere zuccherosi»

Ripropongo oggi la riflessione che ho fatto l’anno scorso sullo spot “I love you, Lucia!” di Galbusera, che è tornato in onda in questi giorni e mette in scena una relazione fra donna e uomo diversa dal solito, valorizzando, in apparenza, la “bontà non-zuccherosa”, ma andando verso un finale di accettazione trasgressiva e sorridente di vita, mascolinità e alimentazione… anche zuccherose, perché no. 🙂

D I S . A M B . I G U A N D O

Lo spot Galbusera

Da un paio d’anni va in onda lo spot dei biscotti Galbusera “Buoni così”, interessante per l’ironia con cui mette in scena una relazione fra uomo e donna diversa dal solito. Mentre lei, giovane manager in tailleur impeccabile, sopporta una pesante riunione in cui si parla dei «risultati del primo semestre deludenti», dalla finestra appare lui che, travestito da coniglio rosa, canta stonando, accompagnandosi con una chitarrina e pure ammiccando «I love youuuu Lucia». Alla fine la giovane,

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La nuova Barbie: viva la diversità. Saranno capaci di andare oltre?

The evolution of Barbie

Che Barbie stesse cambiando l’avevamo già notato cinque anni fa. Un po’ alla volta, quasi con timore, Mattel è arrivata a valorizzare la diversità nei corpi femminili (alti, bassi, rotondi, magri), nel colore della pelle (bianca, bianchissima, nera, nerissima), nel tipo e colore di capelli (ricci, lisci, lunghi, corti, neri, rossi, biondi), nei lineamenti del viso (occhi grandi e piccoli, occidentali e orientali, bocche carnose e non, zigomi alti e non). Bene. Finalmente. Ce l’hanno fatta. Il prossimo passo dovrebbe Continua a leggere