Le donne e «le loro cose»: totem o tabù?

Il 20 settembre scorso abbiamo parlato di una campagna della Fondazione Italiana Endometriosi (vedi Non era nevrosi, era endometriosi). La discussione è stata, come per mia fortuna spesso accade in questo spazio, vivace e ricca di spunti.

In quei giorni avevo appena visto lo spettacolo di Marinella Manicardi «Corpi impuri» (bello! se ti capita, vale la pena), che parte da queste considerazioni:

«Come mai le protagoniste di romanzi, pièce teatrali, film o telenovelas non hanno mai “le loro cose”? Mia madre non faceva la conserva “in quei giorni”, diceva che il pomodoro inacidiva, e se non eri “a posto lì” non potevi neanche fare la comunione. E perché la pubblicità degli assorbenti mostra sempre un liquido azzurro. Azzurro?! Possiamo descrivere e rappresentare il sangue delle ferite, delle trasfusioni, del cuore di Gesù, di Biancaneve, mangiare carne “al sangue”, ma “quel disturbo” rimane un tabù, anche nelle parole. Non si rappresenta e non si dice. Gli esempi sono rarissimi. Perché? Non ci sono nemmeno barzellette. O quasi», Marinella Manicardi.

Perciò nel mio post dicevo, fra l’altro, che tutto ciò che riguarda il ciclo femminile è, in Italia, ancora un tabù: si usano allusioni, espressioni indirette, metafore («le mie cose», «il ciclo», il «marchese»); le industrie colorano di blu, verde o bianco le confezioni di assorbenti femminili per allontanarle il più possibile dalla gamma cromatica del sangue; le donne accettano, oggi come ieri, i dolori mestruali come fossero un atto dovuto, una pena da scontare.

Dopo qualche giorno una mia ex studentessa slovena, Gora Sumuc, mi manda una riflessione molto interessante, il cui succo è: non è meglio parlare di totem, invece che di tabù? E il tema si allarga a tutte le pratiche di igiene, manutenzione e controllo del corpo femminile. Touchée, mia cara Gora, hai proprio ragione.

Resta vero che, mentre nel caso dell’alimentazione, della bellezza e cura del corpo i totem sono giganti, in tema di mestruazioni il totem mi pare monco, parziale. Come tu stessa rilevi, infatti, la disinvoltura è solo apparente. E il silenzio cala subito dopo lo spot. Ecco la mail di Gora:

Sai cosa penso, dopo anni di promiscuità sessuale? Che l’insicurezza femminile sia perseguita e sfruttata con altri mezzi, se vuoi non con dei tabù ma con dei totem.

Sono sicura che avrai un sacco di amiche che ti parlano delle loro cose, con disinvoltura magari, ma che tuttavia non ti convincono, non ti danno la sensazione di una reale emancipazione di una sessualità vissuta con la scioltezza di un gesto come è il fare la pipì o bere un bicchier d’acqua.

I nuovi totem, castranti come lo sono i tabù, ma attivi invece che passivi, consistono nell’inventare orgasmi multipli o vaginali, in generale imponendo alla donna di sentirsi tale solo con una sessualità irreale, vissuta sovente solo all’interno di una cornice estetica di corpi che passino l’esame, e che poi alla prova dei fatti non mantiene ciò che promette.

Ma che finisce per moltiplicare l’insicurezza femminile costringendola nel frattempo a mille acquisti, da una maniacale igiene intima a tutto lo studio dell’alimentazione light o bio (intere sezioni dei supermercato solo per quelle lei), dalla pratica sportiva ma vissuta come un surrogato soft da elettrostimolatore del caso o da crema anticellulite, arrivando alla lettura quotidiana della rubrica sessuale, presente in ogni settimanale, e semanticamente pensata per lei, non certo per lui.

L’uomo aveva il tabù dell’impotenza; oggi col viagra questo tabù è crollato con il problema, ma il sistema ha sostituito al tabù il totem della virilità mandrilloide (e guarda tutte le pubblicità a tema erezione, dalla lettera scritta al medico al cane che guarda) e un sacco di amici sani prendono questi farmaci perché sottilmente l’introduzione del viagra ha insinuato che fisiologicamente un’erezione debba durare ore o che un amplesso si debba declinare in tanti coiti possibili.

Ma l’uomo ha solo questo problema. La donna è ben più sfruttabile nell’insicurezza. Fai la prova del nove, rompi questo di tabù: chiedi a quante di quelle amiche che sembrano sessualmente emancipate dai loro aneddoti di spiegarti quanti sono gli orgasmi femminili o cosa per loro sente un uomo durante l’amplesso.

Non credi che il controllo della femminilità e tutto ciò che ne consegue, non ultimo il suo sfruttamento commerciale, possano passare dall’introduzione di nuovi totem piuttosto che dalla riproposizione di vecchi tabù?

Lines è:

Lines Seta Ultra – Area Stop:

66 risposte a “Le donne e «le loro cose»: totem o tabù?

  1. Forse per lo stesso motivo per cui nei film ecc. i personaggi, di solito, non vanno neanche al bagno ad espletare i bisogni fisiologici (anche se nella vita reale ci vanno tutti). Forse perché non ha niente di poetico e/o piacevole.
    Comunque il particolare approccio mentale sulle mestruazioni ha radici molto antiche che si trovano anche nei testi sacri.
    Le mestruazioni sono sgradevoli, dolorose, maleodoranti, scomode. Nessuno cerca questo tipo di sensazioni.
    Ovvio che chi vende gli assorbenti cerchi di comunicare una sensazione di sollievo e non vedo cosa ci sia di negativo.
    In realtà le mestruazioni comportano anche un benefico rinnovo di sangue che sostituisce quello vecchio perduto. Divertente.

  2. Vorrei aggiungere un ulteriore punto di vista all’argomento. Partendo dalla riflessione su citata dallo spettacolo di Marinella Manicardi appare chiaro come le mestruazioni siano da sempre legate ad una cultura spirituale decisamente “pagana”. Infatti sono tantissimi i riti del passato in cui veniva utilizzato più o meno direttamente il sangue mestruale. Sono molte anche le superstizioni legate al ciclo femminile e tanti anche i legami astrologici (con la luna per esempio).
    Ritengo che l’argomento mestruazioni si stato esiliato dalla nostra cultura quotidiana non solo per pudore cristiano o per troppo maschilismo, ma anche e soprattutto per colpa del troppo razionalismo che ormai ha invaso ogni campo. Da un punto di vista razionale, oggi, le mestruzioni sono esclusivamente un fastidio, un qualcosa da aggirare con espedienti moderni e scientifici. Sono un ostacolo. Se molte donne potessero scegliere, preferirebbero non averle. In realtà le mestruazioni sono un momento delicato e importantissimo da un punto di vista spirituale e psicologico nella vita di ogni donna. Ognuna dovrebbe vivere quei giorni in modo speciale e non a suon di Aulin. Bisognerebbe ritrovare un po’ di quella antica (ma neanche troppo visto che molte tradizioni sono sopravvissute fino a giorni nostri) ritualità legata a “quei giorni”. Farlo significa avere anche dei benefici dal punto di vista salutare. Chi “venera” il proprio ciclo ha in cambio un benessere apparentemente (scientificamente) inspiegabile. Ma è così.

    Inoltre gli assorbenti sono una mossa di puro marketing, di consumismo fine a se stesso. Non c’è alcuna necissità degli assorbenti. Tolgono soldi, inquinano e alcuni sospettano che vengono imbevuti di sostanze chimiche che entrano in circolo tramite le mucose, non fanno per nulla bene alla donna ma servono per aumetare il flusso e per creare una sorta di dipendenza. Conosco molte donne che non comprano assorbenti (ne interni ne esterni) da anni, vivono benissimo, non rinunciano a nulla. Molte di loro usano la Moon Cup, altre trovano altri espedienti.

    Sono un maschio, qiundi potrei essere poco autorevole, ma ho osservato quello che vi riporto in molte donne e personalmente nel rapporto con la mia ragazza.

  3. @Fudojihen
    L’inspiegabile a volte trova risposta nell’effetto placebo (la capacita di autoguarigione non ancora bene indagata dalla scienza ma tuttavia utilizzata per validare/invalidare gli effetti dei farmaci).
    Comunque molto interessanti le tecniche sostitutive degli assorbenti.

  4. Bellissimo post!!

    @Fudojihen “non fanno per nulla bene alla donna ma servono per aumetare il flusso e per creare una sorta di dipendenza”.

    Il tuo commento è interessante, però potresti postare qualche riferimento alle fonti di dati come quello che ho citato? Io per esempio su di me questa cosa non la vedo, piuttosto il contrario.

  5. Prima che si spandano come un virus alcune inesattezze sugli assorbenti:

    http://attivissimo.blogspot.com/2007/04/antibufala-assorbenti-interni-tossici.html

    Dove ci sono i link del’indagine completa.

  6. @Chiara
    davvero noti una riduzione del flusso?
    questo non è un assolutamente un bene per la salute

  7. Sono una Paperella femmina ancora relativamente giovane 26 anni. A guardare la tv viene voglia di farsi praticare l’eutanasia prima di arrivare ai 50! La pubblicità mostra le donne incontinenti, piene di rughe, con la cellulite, grasse,mezze calve, stressate dal ciclo e …con un fastidioso prurito intimo.
    A questo punto sono convinta che certe publicità, comprese quelle dei tamponi intimi le inventino gli uomini. Perchè nessuna di noi è tanto cretina da fare la giravolta con il ciclo o da raccontare alle amiche certi dettagli intimi.
    Tra l’altro la mia genitrice femmina, che a cinquant’anni c’è arrivata splendidamente è la riprova che noi donne possiamo comodamente invecchiare senza perdere un briciolo di charme. Non diventerò di plastica come la Loren per dimostrare che non hanno ragione loro.

  8. Tra l’altro il ciclo oggi non è più un tabù, tantissime leggende metropolitane sono morte ma rimango perplessa: lo scorso mese per curiosità ho sperimentato lines é. Assorbe forse il triplo, ma…..si fa sentire, e non si adatta, insomma se pensavate di scalare il Monte Bianco in quei giorni lì…..rimandate care signore, tanto anche quello con gli estratti di malva e lino non copre nessunissimo odore, anzi ha di per sè un’odore piuttosto sgradevole.

  9. Due soli appunti:

    1) Sarebbe bello che nel mondo maschile ci fosse *solo* il tabù dell’impotenza, oggi risolto (?). Così non è. Oggi fare l’amore sembra essere più una gara sportiva, con cronometri, centimetri e contatori vari che neanche in formula uno. Poi si va a puttane per fingere di uscire dal giro della competizione: si paga per non essere misurati. Altro che orgasmi multipli!

    2) Fermo resando che quanto dite sul mestrui è vero, il tabù è un poco più largo e riguarda un po’ tutte le secrezioni corporee: dalle caccole, alla cacca ed anche il sudore che sembra, a sentire le pubblicità, una specie di liquido nauseabondo che ci esce dai pori da inattivare quanto prima. Quindi non mi stupisce affatto che gli assorbenti non siano rossi, come i pannolini per bambini non sono marroni. (In genere tutto quanto a che fare con la pulizia è bianco (la lavatrice, i sanitari, ecc).)

  10. Le mestruazioni, queste sconosciute… Trenta-quarant’anni fa erano viste come il “simbolo” di una nostra presunta infermità mentale e debolezza psichica (anche se per secoli donne mestruate hanno zappato i campi e si sono spaccate la schiena senza tanti complimenti, per non parlare mei milioni di donne che anche “in quei giorni” svolgono birllantemente attività intellettuali varie).
    Ora sono diventate o un’occasione per battute cretine “sei nervosa hai le tue cose?” (e perché non una gastrite o una cefalie) o un altro gancio cui appendere chili e chili di pessima pubblicitò. Ma davvero una donna aspetta di avere il ciclo per vestire di bianco e far la ruota o darsi al bungee-jumping? (PS. grande babyduckling!)

    Non ho mai pensato che il mestruo avesse un significato simbolico o che. E’ un fatto naturale, puramente biologico. Dopo una determinata età, ogni tot giorni, il tuo corpo si prepara ad una possibile gravidanza. Punto. Nessun tabù, nessun miracolo o mistero… semplice biologia.
    Ormai anche le mestruazioni possono avere un valore politico, se si proclama che Eluana Englaro, in stato vegetativo, paralizzata dalla testa in giù, con i polmoni distrutti dopo 17 anni sdraiata, incosciente ed isolata da tutto, avendo ancora – saltuariamente – il ciclo “potrebbe generare un figlio”. O se qualcuno, per fare la solita piazzata anti-abortista, proclama che le bambine-madri, le vittime di pedofili, ingravidate dopo uno stupro, se ormai mestruate possono ben partorire (magari il figlio del loro padre, ma che ci fa).

  11. “Se molte donne potessero scegliere, preferirebbero non averle”: scelta che io farei senz’altro, ma ricordo benissimo di essermi beccata anni fa vari insulti in un forum in cui si discuteva di anticoncezionali che eliminano le mestruazioni, quindi quel “molte” mi pare azzardato. Almeno in Italia.
    “In realtà le mestruazioni sono un momento delicato e importantissimo da un punto di vista spirituale e psicologico nella vita di ogni donna”: mentalità magico-mistica, che osanna acriticamente tutto quanto è “naturale”. Con lo stesso punto di vista, la febbre, il cancro, le fratture eccetera sono momenti delicati e importantissimi da un punto di vista spirituale e psicologico nella vita di ogni essere umano, e guai a interferire.
    Non a caso chi scrive è un uomo, eh? Scusate, probabilmente è anche un troll, ma non ho resistito.

  12. @araiora Prendendo la pillola è normale una riduzione e regolarizzazione del flusso… e mi fa piacere. Forse va contro lo spirito di questo post però sì, per me è un fastidio e basta. Del resto se fossi casalinga non avrei problemi… ma non lo sono, e fino a un paio di anni fa dovevo stare attenta a prendere un antidolorifico con un minimo di ore di anticipo o sarei stata k.o. per quasi tutto il giorno. Quindi il ciclo limita la mia libertà.
    Mi rendo conto che se non avessi le mestruazioni sarei malata e se non facessi la cacca idem, posso però dire che ci sono cose che *devo* fare che non posso comandare e che non mi piacciono? 😉
    Non mi sono mai riconosciuta nelle pubblicità degli assorbenti, però se vi ricordate bene anche nelle pubblicità dei pannolini per bambini il liquido era sempre blu (almeno anni fa). Nel caso dei pannolini forse si sono posti il problema dell’eventualità che una pubblicità con un liquido giallo a simboleggiare la pipì fosse trasmessa a ora di pranzo… (quelli dell’Imodium invece non si sono mai posti il problema, ahah… infatti a me quella pubblicità piaceva! 😀 )

    @ilcomizietto Grazie per il link

  13. @Luisa: paragoni il ciclo femminile, che è una cosa naturale come bere, mangiare, etc.. a una malattia, menomazione, ad una offesa!!! Secondo me sei molto più uomo tu di me. Ma ti rendi conto della gravità delle parole che hai scritto? Ti sei offesa da sola e hai offeso tutto il genere femminile alludendo al fatto che sono tutte MALATE le donne. Hai esattamente detto questo e ora forse smentirai in qualche modo arrampicandoti sugli specchi, ma io ti consiglio di cogliere questa occasione per riflettere in silenzio, senza rispondere come fanno i politici nei talk show.

    Inoltre non dovresti offendere nessuno, non dovresti offendere me innanzitutto e poi non dovresti offedere la tua femminilità. Non sei malata perché hai il ciclo, sei malata mentalmente perché scrivi certe cose.

  14. @Fudojihen Penso che non sia il caso di alzare la voce in questo modo. Se rileggi bene Luisa non ti ha insultato, mentre tu le hai dato della malata di mente. Credo inoltre che lei non intendesse paragonare mestruazioni a malattia, ma dire che il ragionamento che hai proposto spesso è (spesso, ma magari non nel tuo caso specifico) lo stesso di quelle persone (sempre più numerose) che accettano tutto ciò che succede al nostro corpo ritenendolo naturale e quindi giusto e non modificabile. Queste persone si scagliano con violenza contro chiunque non se la senta di vivere come loro (ci sono persone che sono contro i farmaci, alcune solo contro gli antibiotici, altre che ritengono che il dolore faccia bene e perciò niente epidurale, per non parlare degli integralisti dell’allattamento etc). Capito? Quindi forse dovresti tener presente che con interventi del genere la gente ti inserisce facilmente in quella squadra di naturalisti piuttosto intransigenti. Io stessa l’ho pensato di te, quando ho letto il tuo post.

  15. L’osservazione di Gora è un prezioso contributo sulla riflessione intorno al fenomeno del ciclo mestruale. Intorno, però. Ci parla di simulacri di corpi molto più che perfetti e conoscibili: sono modelli, quindi assemblati di pezzi ideali, costrutti fatti di pratiche artificiali, spesso lontane da una reale corrispondenza con percezioni e necessità.

    Qualche anno fa con Giovanna ci interrogavamo sul perché si fosse incrostato, negli anni, un muro di silenzio così difficile da scalfire sul fenomeno mestruale.
    E se un tempo la spiegazione rimandava al concetto di tabù (paura di ripercussioni magiche e sovrannaturali), avevamo concluso che oggi si debba parlare piuttosto di bonton (timore di eventuali sanzioni sociali quali critiche, disapprovazione e scandalo) che delinea la separazione tra ciò che è opportuno e ciò che non lo è in un determinato frame.

    Credo che tutto questo sia ancora vero: il corpo delle donne deve essere controllabile, conoscibile e predicibile (disciplinato) e, ancora, pulito e appetibile in ogni sua manifestazione. Se alcuni segni smentiscono questi dictat “non sta bene, fa vergognare”.
    Certo, le amiche ci parlano del loro ciclo mestruale fin dall’età dell’adolescenza, ma non credo lo facciano per ostentare una sicurezza che non possiedono di fronte ad argomenti che tutti sappiamo dovrebbero afferire alla sfera del “corporeo quindi naturale”.

    Io credo piuttosto che parlarne, mettere in scena una forzata disinvoltura su questi temi in molti casi costituisca un modo per comunicare di “essere in regola”, “non avere niente che non va”. È una forma di sottomissione a delle nuove regole socialmente condivise: ormai non parlarne più in assoluto è da “bacchettoni” non è “al passo coi tempi”.
    D’altronde essere perbenisti non è una delle accuse più vibranti che nell’ultimo anno sono state inferte alle donne che prendono le distanze dalle dichiarazioni delle varie escort, bombe del sesso, geishe compiacenti che sbandierano come soluzione di emancipazione l’uso sfrontato del proprio corpo “perché se non sei bella non vai da nessuna parte”?

    Questo per dire che il ragionamento di Gora aggiunge alcuni spunti interessanti per mettere a fuoco lo scenario dell’immaginario femminile (delle donne e sulle donne), ma la retorica dell’iperfemmina che stra-parla di sesso, si informa e tematizza con ossessione le pratiche della buona conservazione del proprio corpo non fa che ribadire l’attualità dei ragionamenti che giustificano l’omertà e il rifiuto del ciclo mestruale. Un meccanismo che a mio avviso, resta fortemente influenzato dalle regole socialmente condivise e dall’evoluzione delle stesse.

    Non dimentichiamoci che il sangue sgorga senza censure ovunque in tv: dai morti ammazzati alle Madonnine piangenti. Dappertutto meno che nel posto in cui sarebbe naturale che fosse: nelle pubblicità di assorbenti.

    Un saluto a tutti,
    Ilaria

  16. Luisa non vede il ciclo come una malattia. Ti assicuro che al nono giorno di ciclo se ti reggi ancora in piedi ….vorresti correre all’ospedale.Esistesse una pillola per fermarlo totalmente finché la prendi correrei in farmacia. Non è una malattia, ma sei stesa dall’anemia ci pensi. Chi ha un ciclo di 4-5 giorni non lo capisce, ma se al 5 giorno il ciclo aumenta pensi che morirai se non ti metteranno un tappo e gli assorbenti interni ti fanno solo venire i crampi da morire. Con la pillola, benedetto chi l’ha inventata, non rischi più la paperacea pelle ogni mese.

  17. Sarà che a me non hanno mai dato fastidio, ma a casa mia si parla di mestruazioni con naturalezza. E la mia figlia maggiore aspetta il suo turno con curiosità, come è giusto che sia, come me all’epoca. Perché la prima mestruazione è anche un momento importante, di passaggio ad una età più adulta, di crescita.

  18. Senza contare che devo imbottirmi di Aulin per il mal di testa, nessun rimedio naturale funziona e sento un freddo tremendo per via della perdita di sangue. Mi sono sempre chiesta se davvero inventano una pillola che blocca il ciclo finché non vuoi un figlio. Una giustificata menopausa me la farei.

  19. @babuduckling Forse dovresti chiedere consiglio al tuo ginecologo… sembra davvero pesante 😦

  20. Ciao Chiara, chiedo perdono a te e a Luisa se ho perso le staffe, comunque l’ultima frase del commento di Luisa la ritengo decisamente offensiva nei miei confronti.

    A questo punto specifico che non sono un fanatico naturalista, non sono naturalista. Non sono cristiano, non sono contro nulla e contro nessuno e non ritengo il mio modello di vita applicabile a qualcuno diverso da me. Ritengo che gli antibiotici vadano usati, così come gli antidolorifici, così come le droghe di vario tipo etc… l’importante è usarle con responsabilità e coscienza. Quindi comincio a sollevare delle questioni quando osservo che molte femmine si DEVONO drogare una volta al mese altrimenti soffrono troppo. Io sono convinto che il ciclo femminile NON vada combattutto come un nemico, tutto qui. Va accettato come si accetta il fatto che bisogna urinare o defecare. Non ci prendiamo nessuna medicina se defechiamo naturalmente, la prendiamo quando c’è qualcosa che non va. Invece per le mestruazioni questo ragionamento non vale, si prendono medicine “nella norma” non nell’eccezione. Questa è una malattia mentale (collettiva) e chiamarla diversamente è una mistificazione.

    @babyduckling: Conosco tante ragazze che descrivevano le mestruzioni con le tue stesse parole e pio hanno smesso di provare dolori con metodi “alternativi” agli antidolorifici e sono sicuro che se indagate un po’ ne troverete anche voi molti di esempi di questo genere (se vi posto qui la soluzione non vale -__^). Alcune hanno risolto semplicemente smettendo di usare gli assorbenti e insieme agli assorbenti sono scomparsi i dolori. Magia nera? Effetto placebo? Poco importo, il dato che più mi stupisce è che sono le donne stesse ad essere spesso disinteressate all’argomento, sono appagate dalle poche, sterili soluzioni proposte da anni ed anni.
    Ragazze provate, riprovate e non combatte contro il ciclo, ma insieme a lui. Insieme al sangue, all’ovulo e tutta quell’altra roba che poi esce da lì!

    Comunque il punto centrale della questione era stato colto dal testo di questa canzone già più di 20 anni fa: http://www.youtube.com/watch?v=3thekvRAPbk

  21. @babuduckling

    si mormora che inventeranno una pillola anche per eliminare la scomodità di cagare ogni tot ore 🙂

  22. Le mestruazioni non sono una malattia (Luisa non ha detto questo) ma una grossa e spiacevole seccatura che la natura ci ha dato; di certo non sono “un momento delicato e importantissimo da un punto di vista spirituale e psicologico nella vita di ogni donna”. Queste sono le mistificazioni (maschili) da cui noi donne dobbiamo districarci, oltre – certo – alle recenti manie igieniste.

    Sul tema del post, segnalo le riflessioni della filosofa Martha Nussbaum in “Nascondere l’umanità. Il disgusto, la vergogna, la legge”: nei primi capitoli, lei si sofferma proprio sulle reazioni della nostra società attuale di fronte alle secrezioni corporee, mestruazioni comprese.

    Detto ciò, penso che le mestruazioni, come tutte le altre condizioni naturali del tipo pipì, feci, sudori, “arie” varie (ricordate lo scoiattolo della pubblicità?), non devono essere un tabù ma francamente non sento la necessità che se ne parli granché, perché sono cose normali che ci accomunano tutte (e tutti, nel caso di altro) ma intime, tutto sommato non vedo perché dovremmo metterci a parlare di cacca ecc., non sopporto le anziane che ne parlano in autobus (o le mamme dei neonati, che possono discettare di pipì e pupù per ore)… ci sono tante idee da esternare…

    P.S. nei film e romanzi non vanno mai neanche in bagno, se è per questo, uomini e donne. Ma ve lo immaginate se Calvino ci avesse descritto come faceva Cosimo (il Barone rampante) a fare i suoi bisogni???

  23. @ilaria: Non dovete per forza difendere Luisa perché lei è femmina e io maschio, il suo commento è leggibile da tutti e ha paragonato le mestruazioni a malattie. Impossibile smentire. Inoltre la frase che mi contesti “un momento delicato e importantissimo da un punto di vista spirituale e psicologico nella vita di ogni donna” è di chiara origine femminile, non l’ho certa partorito io dalla mia testa maschile e non è neanche venuta da altri uomini, ma da femmine. Lo puoi osservare anche dal commento di LGO e dalla tantissima letteratura femminile sull’argomento. Non di meno dallo studio sociologico e storico di società più o meno antiche (sia matriarcali che non) che ritagliavano un ruolo speciale alla funzione delle mestruazioni. Lo puoi anche evincere dall’esistenza di questo stesso post. Non dimeticatevi che le femmine di essere umano sono le uniche mammifere a vivere questo fenomeno.

    Qundi domandati perché vuoi sminuire l’importanza del ciclo e negare che è un punto centrale della nostra vita (gli uomini ne vengono colpiti indirettamente, per questo sono qui a scrivere)!

  24. Nel romanzo Radici di Alex Haley,
    c’è una pagina dedicata alle mestruazioni.

  25. @Fudojihen: Ma cosa c’entra che Luisa è una donna? Qui ognuno/a si difende da solo/a. Tra l’altro io, al contrario di lei, non accetterei di sopprimere artificialmente le mie mestruazioni. Comunque, cosa vuoi che ti dica, per me (e penso per quasi tutte noi) i momenti centrali della mia vita di persona e di donna sono altri, se per te è così, credilo pure. Sarebbe carino che potessi sperimentare (solo per un mese) la cosa, così toglieresti parecchia poesia, ma purtroppo non si può fare 😉

  26. in realtà al cinema o nelle sitcom quando si parla di secrezioni corporee è quasi sempre per ottenere un effetto buffo, comico volutamente “non raffinato”
    Di solito, come ricordava ilaria m. chi va a vedere un film d’autore o legge un romanzo di “alta letteratura” (qualsiasi cosa si intenda con tale definizione) non si aspetta di vedere gente che urina, defeca o scorreggia, si scaccola..poi certo ci sono le eccezioni anche clamorose: penso ad esempio a La grande abbuffata di Marco Ferreri dove i protagonisti decidono di suicidarsi a forza di cibo con effetti immaginabili e non a caso si tratta di una tragicommedia grottesca. Comunque di solito in letteratura, al cinema, o a teatro e nei fumetti (avete mai visto Dylan Dog che fa i suoi bisogni? e che utilità avrebbe per noi lettori vederlo?) non viene mostrato nulla che non sia in qualche modo importante per la storia narrata, per la trama..quindi non avrebbe senso mostrare il personaggio in “certe” situazioni a meno che quella situazione non abbia qualche importanza a livello di trama o di gag (nel caso del genere comico) o non ci serva a capire qualcosa del personaggio, del suo mondo, a “inquadrarlo”

  27. Ehm, per Chiara.
    Attualmente sono casalinga e ti assicuro che sono comunque invalidanti 🙂
    Niente medicinali e tutto si ferma! Dalla spesa alla scuola del pupo, dalla banca alle commissioni per la famiglia…
    Dopo il parto ho vissuto quasi tre anni di gloria, libera da dolori e fastidi, pensavo “tiè” e invece ci risiamo con la solita solfa della sindrome pre mestruale e degli antidolorifici.
    Lo sapete che circa trent’anni fa mia madre mi vietava di lavarmi i
    capelli? In quei giorni non si può !? Diceva lei.
    Era il 1982/83!!

  28. Miriam, non volevo assolutamente dire che le casalinghe non hanno nulla da fare, e mi scuso se è questa l’impressione che ho dato.
    Il fatto è che se lavori o studi fuori, quindi se devi, per forza di cose, stare in mezzo alla gente e non hai altra scelta che questa, i brividi di freddo, i dolori, la difficoltà di concentrazione diventano un dramma. Tu hai la possibilità di fermarti quando stai male, da quello che dici, ma molta altra gente non può prendere 1 o 2 giorni di malattia ogni mese. Per questo dico che le mestruazioni limita(va)no la mia libertà, se avevo cose importanti da fare il giorno che mi venivano cominciavo a preoccuparmi, perché sapevo che non ci sarei stata con la testa e mi sarei sentita a disagio.

  29. X ilaria
    L’epoca in cui non si parlava in assoluto oppure si parlava in segreto di “certe cose” tra cui il mestruo (ma mettiamoci pure la masturbazione) non era certo migliore della nostra in cui (secondo alcuni/e) se ne parla “troppo”.
    prima di quello che viene definito “uso sfrontato del proprio corpo” o “ostentata e falsa sicurezza”e conseguente sfruttamento commerciale c’era autentica paura e ignoranza su questi temi sopratutto per le donne. Non scordiamolo

  30. Infatti Chiara, pure io sono arrivata al colmo, ossia prendere l’antidolorifico prima della comparsa del dolore. Per evitare ad es. di non accompagnare il figliolo a scuola.

  31. Ilaria, il sangue nelle pubblicità di assorbenti (o le feci in quelle di pannolini) sarebbe stucchevole, ridondante, ridicolo. Voi neo-fem producete questi eccessi di desiderio ideologico che pretendono di portare all’evidenza di un mondo capitalizzato, edulcorato e basato sul consumismo, “il reale”. Ma questo significherebbe gettare in pasto agli avvoltoi il nostro Sé. In altre parole significherebbe sprecare nel frastuono e nel chiacchiericcio di un mondo frenetico e destinato ad autoestinguersi nel tempo la “vita reale” e tutti i suoi valori intrinseci. Questi valori vanno comunicati in altri ambiti, dove ci sia la garanzia che il contesto non snaturi l’essenza dei contenuti, li preservi pur proponendoli alla discussione (già in un blog si rischia, figuriamoci in uno spot finalizzato alla vendita di un prodotto!). Trovo socialmente contraddittorio il vostro desiderio di essere rappresentate col sangue mestruale nelle pubblicità, perché questi sono temi che andrebbero al contrario trattati nei libri, nei documentari, nelle conversazioni private, nella scuola, nei convegni, in luoghi adibiti alla discussione “colta” per così dire. Chiedere che la pubblicità trasmetta l’essenza del reale con tutte le sue immense problematicità è semplicemente ridicolo. Alla pubblicità si può solo chiedere che riduca la sua presenza “offensiva” nella nostra vita. Si può chiedere, criticamente, che non ecceda in volgarità, razzismi, raggiri, costrutti ideologico-reazionari. Nel caso specifico si può chiedere che elimini la rappresentazione edulcorata dell’elemento “non rappresentabile” (il sangue), ma non che ci metta l’elemento stesso per rendersi più credibile e/o onesta. Il risultato sarebbe ancora più devastante, appunto perché il mezzo e le finalità della comunicazione massacrerebbero la valenza interiore che nel sangue trova la sua immagine simbolica più diretta. Quanto al cinema il discorso è differente. Viene in mente la scena iniziale di Eyes Wide Shut dove la Kidman, in abito da sera, fa pipì prima di uscire di casa e si asciuga con un pezzo di carta igienica. In altri film c’è anche il resto. Quindi il presupposto iniziale nel post di Giovanna cade.

  32. Aggiungerei una cosa che qualsiasi donna che ha preso la pillola sa: ogni tre settimane si interrompe per una settimana e l’ interruzione crea una mestruazione artificiale. Basterebbe continuare a prenderla senza la settimana di interruzione e la mestruazione con conseguente fastidio, consumo di assorbenti ecc. non ci sarebbe e la vita ci sorriderebbe. Ma non te lo dice nessuno e non si capisce perchè, se non ci fossero dietro, appunto, tutte le spiegazioni totemiche o ataviche. Qualunque donna senza mestruazioni vive meglio, provare per credere.

  33. @Mammamsterdam Io la sapevo questa cosa, ma di fatto mi costa meno comprare un pacco di assorbenti (4 euro circa) che quasi 14 euro di pillola in più ogni 4 settimane extra effettuate…

  34. Per ariaora: si vede bene che non ne soffri, altrimenti credimi, naturale o no te ne lamenteresti!
    Fudujihen, credimi, ho provato anche l’agoterapia, se c’è un rimedio ti prego dimmelo.
    Chiara, si un ciclo di 9 giorni ti mette come minimo di ” cattivo ” umore, se hai ancora abbastanza energie, e non ne hai, meno male che esiste la pillola che riduce gli effetti.
    Anch’io aspettavo il primo ciclo con trepidazione….a averlo saputo sarei stata un po meno curiosa.

  35. Chiara, c’è estinette, costa meno e in 4 anni non mi ha dato nessun effetto collaterale.

  36. Anzi, negli unici due mesi nei quali non l’ho presa sono aumentate solo le bolle e l’angoscia per i nove giorni di ciclo che si sono ripresentati. Alla fine il dottore mi ha fatto fare tutte le analisi e ovviamente l’anemia era alle stelle, assieme ai miei nervi.

  37. @paolo
    Certo, non ho parlato di meglio o peggio. Ma di prima e di dopo, cercando delle continuità. Tra l’altro, ci sono parecchie testimonianze che dimostrano che nel mondo antico esistono valorizzazioni contrastanti del ciclo: temuto quindi venerato oppure temuto quindi demonizzato.

    Se una volta non si sapeva, quindi si temeva fino a un certo punto comprensibilmente il fenomeno mestruale, cosa spinge oggi le persone a continuare a espellere dai propri discorsi e dall’immaginario comune le mestruazioni? Il bon ton, le coercizioni sociali che ci suggeriscono che tutto ciò che non è controllato, pulito e levigato va tenuto nascosto.

    Riguardo all’uso sfrontato del corpo, a mio avviso si tratta dell’ostentazione, di queste norme. Annullato tutto ciò che non è sessualmente appetibile, esasperato tutto quello che lo è. Chi non è d’accordo? Spesso etichettato come perbenista.

    Ilaria

  38. babyduckling grazie per la dritta, chiederò informazioni!

    Nove giorni, porca miseria!! :O A proposito di dolore e durata del ciclo, avete mai visto le smilze della pubblicità del Buscofen? Mano sul pancino, voce fuori campo “per i dolori mestruali”… sorriso finale e lieto fine. Penso che sarebbe più onesta una pubblicità che snoccioli alcuni dati scientifici su quante donne soffrono durante il ciclo e quanto sia a volte invalidante. Potrebbero affrontare di petto il pregiudizio di cui parlava qualcuno più su, “Sei nervosa per via delle tue cose”, e smontarlo. La Lines, cavolo… non ha due lire da spendere per dei pubblicitari che non immaginino la fabbrica di assorbenti come la navicella di Star Trek?

    Ok, nessuno pensa che dobbiamo aspettarci supporto e informazione super partes dalla pubblicità commerciale, però…

  39. Caro Fudojihen, vorrei che voi maschietti possiate provare il ciclo, una sola volta nella vita: capireste di più. D’altronde le donne hanno, geneticamente provato, una soglia di dolore molto più alta della vostra: ci serve per sopportare anche chi parla di quello che non conosce.

  40. altro che pancino gonfio, anche i pantaloni vanno più stretti in quei giorni.

  41. Chiara, te la consiglio davvero, non gonfia neanche, la ritenzione idrica è un ricordo, e anche i crampi sono spariti. Oggi vado in palestra anche il 2 giorno!

  42. I tipici tabù femminili trasformati in totem?
    Aumentano l’insicurezza, diventa sacrilego non curare il proprio aspetto o ammettere debolezze.
    Niente deve fermare questa donna perfetta, forte perché donna, capace di perdonare, comprendere, sostenere le sorti della famiglia, della propria vita e della coppia, allevare i figli, accudire la casa, essere brillante sul lavoro e chipiùnehapiùnemetta (non a caso tante ragazze condividono post simili sul proprio profilo facebook).
    Insomma, la divinità della donna – madre del focolare prima, superwoman dei sentimenti e del privato oggi – non è ancora finita. E come tutte le divinità non sanguina.

    In una comunicazione orientata al maschile non è facile parlare di un ambito da cui l’uomo è completamente escluso.
    Propone Gora “Fai la prova del nove, rompi questo di tabù”. Sarebbe bello rivolgerlo anche al mondo maschile: cosa sanno gli uomini delle mestruazioni femminili? Quanto ne vogliono realmente sapere e quanti invece ritengono sia assolutamente inutile saperne qualcosa?

    Un’ultima considerazione: senza questi spot che fine farebbero le donne nel fantastico mondo pubblicitario?
    Senza spot sui problemi intimi (e interni, non dimentichiamo stitichezza, dissenteria, macchie di sudore etc) non avremmo donne che parlano tra di loro amichevolmente, o Esperte al femminile (“Creato dalle donne per te”).

  43. Per me il nemico è sempre uno: l’ignoranza.
    Le mestruazioni sono lo specchio della nostra salute fisica del benessere sessuale e della capacità riproduttiva, aspetti CHIAVE della femminilità e soprattutto del nostro equilibrio interno scandito dall’attività ciclica ormonale.
    Mestruazioni dolorose, lunghe, abbondanti (tanto da provocare anemia) sono sintomo di un malessere, una vera malattia, è inutile eliminare il ciclo mestruale o il dolore, spegnere i sintomi non vuol dire curare le cause. Spesso medici irresponsabili e donne poco consapevoli preferiscono mettere a tacere tutto con la pillola, ritrovandosi poi magari a combattere con problemi ben più gravi come infertilità, problemi ormonali, cisti ovariche e quant’altro.
    Le mestruazioni dovrebbero solo portare benessere e null’altro non c’è nulla di più errato dal vedere le mestruazioni come qualcosa di invalidante, ogni problema che causa malessere può essere risolto ma il fulcro del discorso consiste nello spiegare che NON è la mestruazione causa del malessere ma di solito sono problemi di natura ormonale!
    Quindi, leggendo con stupore i commenti di donne che odiano il proprio ciclo e si sentono menomate dalla sua presenza, più che domandarmi cosa sanno gli uomini, io mi chiedo: ma all’alba del 2011 (12 ormai) cosa sanno le donne del proprio ciclo mestruale?

    Per quanto riguarda il discorso generale io non parlerei di certo di tabù tipicamente femminili, in quanto neanche nelle pubblicità dei preservativi si mostra lo sperma. Sono semplici convenzioni sociali: sangue, sperma, feci, urina e vomito non si mostrano: i primi due (questo è un parere personale) probabilmente perchè strettamente legati all’idea intima del connubio vita e morte, mentre gli altri, mi sembra quasi ovvio dirlo, non si mostrano perchè nell’immaginario universale incutono ribrezzo.

    Nell’articolo si è anche fatto riferimento alla presenza di rubriche dedicate in maggior numero al sesso femminile e alla presunta sessualità irreale della donna. Anche questo punto a me sembra a dir poco ovvio: la sessualità femminile è ben più articolata di quella maschile, (da qui la maggior curiosità e il maggior bisogno di porre domande) inoltre non mi sembra irreale il fatto che la donna raggiunga l’orgasmo in modo diverso e che possa anche averne di multipli (la percentuale si aggira al 13% -non posto la fonte perchè non mi ricordo dove l’ho letto-).

    Io mi chiedo: ma è tanto difficile vivere in modo positivo e giocoso la femminilità?

  44. @Mammamsterdam
    Prima di dare consigli medici ad altri, voglio ricordare che ogni prescrizione o atto medico è personale e non va consigliato ad altri. Se uno ha esigenze o dubbi deve chiedere al proprio medico, non alle amiche.

    In particolare la sovraesposizione ad ormoni può dare altri problemi, forse maggiori di quanti ne risolva.

    @giovanna et altri
    Mi sovviene un tabù maschile: chiedi ai tuoi amici uomini quanti sono andati dall’andrologo o si sono fatti visitare i genitali dal proprio medico curante. E chiedi quanti andrebbero da un andrologo donna.

  45. @ilcomizietto Mi era capitato tempo fa di leggere un sondaggio su internet proprio sul tema dell’andrologo, e a quanto pare la maggiorparte degli uomini preferiva una donna (omofobia è la prima cosa a cui ho pensato).

    Per quanto riguarda le prescrizioni mediche, visto che sono io che ho raccolto il suggerimento di Mammamsterdam, vorrei chiarire che non ho mai pensato di iniziare a saltare la pausa della pillola senza consiglio medico. Mi riferivo al fatto che so che si può, molte donne lo fanno quando si sposano, o quando vanno in vacanza. Ma è certamente vero che solo un medico può stabilire come e quanto.

    @Iseulth Non so che tipo di benessere dovrebbero portare le mestruazioni, a che cosa ti riferisci? In ogni caso, se io da giovane trovavo molto pesante l’inizio del ciclo non vedo come la cosa possa toccare te. Mi fa piacere che ci siano persone che lo vivono bene e risolvono i loro problemi forse in modo più sistematico di me, ma da qui a dire a tutte come fare…
    E per inciso, la pillola l’ho presa come anticoncezionale, non come antidolorifico.

  46. “Quanto al cinema il discorso è differente. Viene in mente la scena iniziale di Eyes Wide Shut dove la Kidman, in abito da sera, fa pipì prima di uscire di casa e si asciuga con un pezzo di carta igienica”

    vero, se ricordo bene contribuiva a presentare il personaggio (e la coppia) nella sua quotidianità. la “quiete (apparente?) prima della tempesta”, per così dire
    in tema di secrezioni corporee in film d’autore ci sarebbe anche il vomito di Kate Winslet in Carnage

  47. Purtroppo ho poco tempo per partecipare alla conversazione, ma mi permetto di segnalare a tutt* questo libro, proprio sulle mestruazioni: http://www.libreriauniversitaria.it/mie-cose-mestruazioni-storia-tecnica/libro/9788842492870. E’ difficilissimo trovarlo – io non sono ancora riuscito – ma so essere interessantissimo!

  48. Infatti il tema è abbondantemente analizzato e trattato sotto i suoi aspetti medici, psicologici, sociologici e anche magico-esoterici. Così come anche il cinema e la narrativa non lo occultano, come si vorrebbe invece far credere per innescare un processo critico ideologico che, imho, andrebbe meglio calibrato e indirizzato. Mi spiego meglio. Quando si dice “Come mai le protagoniste di romanzi, pièce teatrali, film o telenovelas non hanno mai “le loro cose”?” bisognerebbe aggiungere che ci si riferisce ad uno spaccato di una sub-cultura di massa che per sua natura non affronta tematiche di un certo rilievo. Se ci si ostina a frequentare solo questo mondo, mentre là fuori c’è altro, allora dobbiamo incolpare innanzitutto noi stessi, che come esseri umani amiamo trastullarci nell’ignoranza e nel banale, perché diciamocelo, guardare un film impegnato significa anche mettere in moto il cervello e non passare due ore di cosiddetto relax.

  49. @luziferszorn
    Per quello che ho inteso non credo che la riflessione si riferisse ad approfondimenti o descrizioni dettagliate, ma anche a un semplice rimando del tipo: “oggi non va in piscina come al solito perché ha le mestruazioni”.
    Del resto, come dicevo, non è neanche frequente che nei film si senta dire: “dov’è Marco?” “è andato in bagno adesso arriva”
    E aggiungo che ci vuole molta confidenza anche per dirlo, ad esempio, al telefono. Sarà improbabile che, senza molta confidenza, si dica che una persona non può rispondere perché è in bagno.

    Perché? secondo me perché appena dici la frase susciti l’immagine, è l’immagine non è poetica, non è gradevole, non corrisponde al modello estetico di riferimento scollato dalla vita reale.

    Hai ragione quando dici che molto dipende da noi, ma non completamente, c’è la formazione a cui si è soggetti fin dall’infanzia. Se all’asilo fanno guardare il cartone animato di Biancaneve è logico attendersi un potente condizionamento culturale.

  50. Una gran palla le mestruazioni, a me spesso vien da piangere o reagisco in modo piuttosto aggressivo tipo il giorno prima, tant’è che ormai se mi capita di avere discussioni con persone che mi conosco bene faccio una premessa dicendo che – mi stanno tornando- questa cosa sembra un po’ ridicola, ma non posso farci nulla, è così ogni volta per cui meglio avvisare, è come se fossi più sensibile e le cose spiacevoli si amplificano moltissimo.

    @ Paolo 1984 mi è venuto in mente un film molto violento ma anche bello di cinema ‘alto’ dove viene servita moooooolta cacca a pranzo e a cena! Salò di Pasolini 😉
    Riagganciandomi alla emancipazione della sessualità femminile, cosa pensate voi ad esempio della diffusione di vibratori di design, dildi vari etc.etc. che offrono esperienze sessuali che possono essere migliori e consentire appunto con maggiore facilità gli orgasmi a catena…? Riflette un reale bisogno delle donne, o rientra nel banale processo di commercializazione che ormai ha sedotto qualunque settore?

  51. “Sono sicura che avrai un sacco di amiche che ti parlano delle loro cose, con disinvoltura magari, ma che tuttavia non ti convincono, non ti danno la sensazione di una reale emancipazione di una sessualità vissuta con la scioltezza di un gesto come è il fare la pipì o bere un bicchier d’acqua.”

    A giudicare dal fiume dei commenti sopra direi che la disinvoltura c’è e non mi pare finta.

    I tempi cambiano sotto il nostro naso, e mentre stiamo qui a parlare dei Lines blu sulla mia home di Facebook è comparso l’AD della nuova MoonCup ROSSA (fleurcup).

    Il marketing arriverà ovunque, anche sul sangue rosso, è solo una questione di tempo.

  52. Infatti Gaia: presto si passerà dal mezzo totem al totem intero. 🙂

  53. Leggo con piacere il commento di Iseulth che ha scritto con parole diverse le stesse cose che ho cercato di dire io prima! Sono enormemente onorato di questo. Sono un maschio e anche senza aver provato le mestruazioni sul mio corpo sono riuscito a dire una cosa condivisa da femmine.

    Sono interessato all’argomento perché per motivi personali sono stato letteralmente “invischiato” in vicende femminili. Ritengo che la “cultura del cliclo mestruale” debba passare anche attraverso i maschi perché anche loro devono rendersi conto di cosa vuol dire per poter relazionarsi meglio. E lo possono fare anche senza provare sulla propria pelle quella esperienza a differenza di quanto molte di voi alludevano. La mia ragazza ha migliorato enormente il rapporto con le mestruazione (prima aveva tanti dolori come quelli descritti da voi) e io ho imparato a relazionarmi con lei in modo “speciale” durante quel periodo e non vuol dire trattarla da malata. Donne, non siete malate!!! La malattia consiste nel pensare di essere menomate, questo è il punto importante a mio avviso.

  54. @Gaia Louise Gippin
    Il marketing è già ovunque, sa già tutto della nostra psicologia, ogni profilo è tar-ghettizzato.
    E giustamente si dice che ad un tabù si può sostituire (e offrire come illusione di scelta) un totem, ottenendo alla fine lo stesso effetto.

  55. Pingback: Giovanna Cosenza sulle Mestruazioni: molto interessante | Il corpo delle donneIl corpo delle donne

  56. Sulla donna molto più sfruttabile nell’insicurezza, irretita con la lettura quotidiana della rubrica sessuale, uno scorcio di esperienza riferita: una mia amica, confrontando la rubrica di consigli per le conquiste galanti su una rivista femminile con l’analoga rubrica di una rivista maschile, ha valutato come molto più efficaci e realistici i consigli offerti dalla seconda per gli uomini, affermando che invece quelli della prima avrebbero avuto il sicuro effetto di far restare single le donne e lasciarle coi loro tarli…

  57. Gli spot sugli assorbenti sono a dir poco fantascientifici!Sarebbe bello se un giorno in uno spot mostrassero una donna in bagno che dimentica di prendere l’assorbente dalla sua beautycase e urla a squarciagola al suo compagno chiedendogli di prenderlo e portarglielo. Un po’ come avviene in molte coppie in cui le mestruazioni non sono né un tabù né un totem! Il marchio pubblicitario può essere mostrato in molti modi, non é necessario mettere in piedi una favola “disneyniana” in cui il “principe azzurro” è l’assorbente e le mestruazioni la strega cattiva o in altre in cui grazie all’assorbente incontri l’uomo della tua vita. Il tipico cliché pubblicitario deve mostrare la donna sensuale anche quando ha le mestruazioni e un dolorosissimo mal di pancia, fatto che nella realtà trasformerebbe anche Belén in Maga Magò!

  58. «Come mai le protagoniste di romanzi, pièce teatrali, film o telenovelas non hanno mai “le loro cose”?

    ‘La Signora Delle Camelie’? Non ti dice niente?

  59. Probabilmente lo conoscete già. In caso contrario vi segnalo un bel documentario su questo argomento.

    http://www.mediaed.org/cgi-bin/commerce.cgi?preadd=action&key=240

    A questa pagina lo potete vedere integralmente sebbene con un piccolo disturbo.

  60. domanda: quante donne fanno sesso con il proprio compagno durante il ciclo? e quanti uomini fanno sesso con la propria compagna durante il ciclo?

    io ho rapporti sessuali anche durante il ciclo.

  61. I commenti confermano due aspetti:

    1. c’è una mancanza di comunicazione rispetto alla reale necessità, altrimenti non si spiegherebbero tanti commenti con suggerimenti, confronti, addirittura consigli di economia domestica.

    2. anche qui l’uomo viene escluso dal discorso e viene delegittimato dall’intervenire: il ciclo come potrà diventare oggetto comune di comunicazione – che è fortemente maschilista – se non permettiamo loro nemmeno di intervenire?
    “Sarebbe carino che potessi sperimentare (solo per un mese) la cosa” (@Ilaria m)
    “Caro Fudojihen, vorrei che voi maschietti possiate provare il ciclo, una sola volta nella vita: capireste di più. D’altronde le donne hanno, geneticamente provato, una soglia di dolore molto più alta della vostra: ci serve per sopportare anche chi parla di quello che non conosce” (@babyduckling)

  62. 2. anche qui l’uomo viene escluso dal discorso e viene delegittimato dall’intervenire

    – – –
    e’ una questione psicoanalitica e come tale andrebbe analizzata; l’ho scritto decine di volte in due anni di frequentazione del blog della Zanardo; ora sembra che si stia muovendo qualcosa di analogo per capire come mai vi delegittimate anche tra di voi, spesso e volentieri; starò a guardare

  63. @luziferszorn
    escludere qualcuno da un discorso non è mai giusto, soprattutto non è mai giusto farlo con modalità denigratorie. Anzi, è apprezzabile che qualcuno si interessi di un qualcosa che non vive direttamente.

    Secondo me dovresti però tenere conto del fatto che chi non vive un’esperienza non può comprenderla nell’essenza.
    Le delegittimazioni anche “tra di voi” sono probabilmente dovute al fatto che ci sono differenze nei singoli vissuti (nel caso specifico, il livello di dolore, del flusso, i tempi, variano da persona a persona).

  64. la sessualità femminile in italia è ben lungi da essere liberata da certi pregiudizi di stampo cattolebano. Qualcuna ha qualche pubblicità di assorbenti straniera?

  65. Cara Giovanna, seguo sempre con attenzione il tuo blog, ma questo post non so perchè mi era sfuggito.
    Da circa un anno, sul mio blog, tratto l’argomento delle mestruazioni soprattutto in chiave ecologica (informazioni sulla coppetta mestruale e su altri dispositivi più green degli assorbenti tradizionali), e di solito ottengo due tipi di reazione diametralmente opposte: donne (e uomini) assolutamente inorridite, schifate e che non vogliono neppure sentirne parlare (addirittura, mi arrivano commenti del tipo “ma ti sembrano cose da mettere su Facebook?” quando condivido i link ai miei post), e donne (e uomini) entusiaste e che si complimentano per la mia “apertura mentale”.
    E dire che, invece, per me il mio blog dovrebbe essere un normalissimo spazio informativo, come potrebbe esserlo uno che parla dei diversi tipi di calze, cellulari o valigie.
    Ti ringrazio per questo tuo post molto interessante, che condivido subito sui miei canali sociali.
    Lara

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