Donne, uomini e stereotipi professionali

Dopo il post Gli stereotipi della campagna Vodafone si è scatenata, da parte di allievi/e ed ex allievi/e, una vera e propria caccia agli steterotipi visivi che inchiodano uomini e donne in ruoli professionali spesso svantaggiosi per le donne dal punto di vista della gerarchia e del prestigio sociale che comportano.

Ieri Klode Klo mi ha segnalato il sito di Esselungajob.it come particolarmente ricco in questo senso. Ecco alcuni esempi.

Per Esselungajob.it (come per Vodafone) l’operatrice del Call center è donna…

Esselunga Call Center

… e la meritocrazia è maschile:

Esselunga Meritocrazia

La cassiera è donna…

Esselunga cassiera

… e la parola «specialista» tocca agli uomini:

Esselunga specialista panificazione

Per Esselungajob.it quando una donna sta al computer, viene in qualche modo affiancata o addirittura guidata (la postura è protettiva, avvolgente) da un uomo:

Esselunga donna al computer

Altrimenti la donna al computer ha l’aria di una che non sa che pesci pigliare:

Esselunga offerte di lavoro

Infine, la carriera direttiva spetta agli uomini:

Esselunga Alievo carriera direttiva

A cercar bene, qualche immagine che mette donne in ruoli up e uomini in ruoli down sul sito Esselungajob.it si trova, ma sono comunque eccezioni.

Ora, conosco a memoria l’obiezione-ritornello: «Ma la pubblicità e le immagini aziendali rispecchiano la nostra società». Certo che la rispecchiano, ma contribuiscono a costruirla, perché contribuiscono a creare sistemi di aspettative che contribuiscono a formare la nostra cultura.

Se le aziende (e le agenzie a cui si rivolgono) insistono a proporre immagini come queste, a me purtroppo tocca ripetermi nel rilevarle. Divento noiosa? Sono la prima a essere annoiata da ‘sta roba, ma trovo sempre un sacco di gente che (ancora!) non ci fa caso. Fra l’altro, gli stereotipi che riguardano le professioni sono particolarmente significativi da un lato e insidiosi dall’altro, visti i ben noti problemi di disoccupazione, sotto occupazione, precarietà, stipendi bassi e soffitto di cristallo che affliggono le donne italiane.

Perciò rilancio: chi mi segnala altri siti come questo? Mi piacerebbe formare un piccolo archivio.

28 risposte a “Donne, uomini e stereotipi professionali

  1. No, c’hai ragione Giovanna. Poi la comunicazione deve parlare al mondo di oggi, non a quello di ieri. perchè aspettare che il mondo di oggi sia rappresentato domani? Perchè oggi non siamo capaci di essere sicuri di essere ‘colti proprio da tutti..! Invece sono proprio gli influencer che ‘colgono’ la grammatica di oggi in chi comunica. Ecco, bellesempio di comunicazione. Pare uno scioglilingua!! 😀

  2. Reblogged this on notanative and commented:
    Dal blog di Giovanna Cosenza, docente di Semiotica a UniBo
    (non rebloggo spesso, ma quando rebloggo…)

  3. Idea: sarebbe bello raccogliere anche gli esempi positivi, magari si impara qualcosa:)

  4. DI SICURO D’ACCORDO. SPESSO PERO’, ANCHE SE UN’AGENZIA DI PUBBLICITA’ PROPONE OPPORTUNITA’ DIVERSE ALLE AZIENDE, SONO PROPRIO QUELLE CHE RICHIEDONO MODIFICHE SIMILI E L’AGENZIA NON CI PUO’ FARE MOLTO.
    SOLITAMENTE E’ PROPRIO QUANDO CI SI TROVA A DIALOGARE CON PERSONE GIOVANI (MAGARI GIOVANI IMPRENDITORI) O DONNE CHE HANNO AVUTO LA FORTUNA DI “ARRIVARE” CHE PORTANO LA NUOVAA VENTATA.. NON GIUSTIFICO NESSUNO ANZI.. SONO GIOVANE E SPERO DI POTER DARE OPPORTUNITA’ SIMILI, MA DI SICURO NON E’ FACILE.. DATO CHE MI PAREVA DAVER LETTO CHE, IL NOSTRO PAESE, E’ QUELLO CHE HA L’ETA’ DEI DIRIGENTI PIU’ ALTA D’EUROPA.. CHE COSA TRISTE.

    SPERO CHE CON L’AVVENTO DEL DIGITALE COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE E PUBBLICITA’ SI RIESCA A PORTARE ALLE LUCE QUELLE CHE IN REALTA’ SONO LE VERE-VERITA’ DEL GIORNO D’OGGI.

    COMPLIMENTI CMQ..

    NB

  5. Non si è mai noiosi quando si parla di realtà che si veste di apparenza e di apparenza che rispecchia la realtà. Trovo molto significativa la campagna della Esselunga che sembra essere strutturata in maniera quasi “ingenua”, ma che sottende ad un archetipo reiterato negli anni e che mai si modifica.
    A me sembra di essere inchiodate ancora negli anni settanta in cui, in fin dei conti, ciò che contava veramente- la vera “rivoluzione”- era poter conciliare il lavoro femminile con il ruolo femminile all’interno della famiglia. Solo che siamo nel 2012. Un esempio su tutti è l’operatrice del call center che è oggi un ibrido tra angelo del focolare e soggetto totalmente alinato( ma questa è un’altra storia che merita un giusto approfondimento scientifico).
    Per quel che riguarda altre campagne per così dire “stereotipate”, ce ne sono diverse, vorrei riguardare quella dell’Ina Assicurazioni, e farvi sapere.
    A presto.

  6. Reblogged this on Zenzero & Tabacco and commented:
    Un problema sociale. Realtà o opparenza? Gli sterotipi persistono, al di là di quel che può sembrare un approccio semplicistico tutto al “femminile”.

  7. All’università avevo fatto un montaggio di pubblicità televisive su questo tema. Sono passati 15 anni e nulla è cambiato.

  8. @EnBy Digital Semiotics
    non pensi che forse siamo noi che pensando di interpretare il cliente prendiamo le scorciatoie degli stereotipi e non proviamo neanche a proporre qualcosa di diverso? Forse anche noi sul lavoro adottiamo atteggiamenti di pigrizia mentale.

  9. Magari gli altri. Onestamente, io ho avuto a che fare con societa’ che dicono di aver bisogno di innovazione, di novita’ e di freschezza, invece poi si fanno coinvolgere dalle classiche “cose”. Diciamo che si rifanno ancora a McLuhan, identificando il “medium” come messaggio, senza dar importanza al contenuto. Mantengono la stessa forma. Ripeto, magari agenzie con cui hai avuto a che fare tu, anche perche’ se devo interpretare il cliente vorrei proporgli altro e non il classico.

  10. in Francia si prova a fare qualcosa, segnalo questa campagna (i cartelloni sono ben visibili nel metrò di Parigi da qualche settimana) http://www.pactepourlegalite.org/

  11. dimenticavo di tradurre, scusate! La prima immagine: “Continuiamo a sederci sulle donne [cioè infischiarcene] o cambiamo davvero?”. La seconda: “Scarto salariale del 17%, 100% di disuguaglianza”. La terza: “Mercoledì [giorno in cui non c’è scuola], ore 15. Papà lavora, mamma è in part time. Chi ha parlato di uguaglianza?”. La quarta: “L’80% dei lavori domestici ricade sulle donne. Coraggio signori!”.

  12. che molte cassiere specie nei supermercati siano donne è vero..però “specialista panificazione” al posto di “fornaio” o “panificatore” fa ridere, allora avrebbero potuto scrivere “specialista cassiera”

  13. Concordo con il contenuto di questo post. Penso anch’io che la pubblicità “dovrebbe creare sistemi di aspettative che contribuiscono a formare la nostra cultura”. La pubblicità non dovrebbe rispecchiare la società, ma spingerla a cambiare o quantomeno a chiedersi se tutto le sta bene così com’è. Non dovrebbe essere uno specchio di ciò che siamo, ma un quadro che ci permetta di immaginare come potremmo essere.

  14. Divertente. Non direi altro.
    Stefano

  15. Solo un dato di fatto non è stereotipo ma certezza: la bellezza immane della donna.

    Ne parliamo a nostro modo su Vongole & Merluzzi 😉

    http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/03/08/laltra-faccia-della-mela/

    Saluti

  16. Inutile dirlo è tristissima questa situazione per noi donne che per arrivare allo stesso posto di un uomo ci dobbiamo sbattere il doppio e dimostrare che abbiamo appunto gli attributi. Sempre di più (e non solo nel mondo del lavoro!) noto che ci sono ancora molte disciminazioni sul sesso. E penso che se ci fosse una pubblicità a favore della parità dei sessi purtoppo non cambierebbe molto nel nostro attuale quotidiano.

  17. Reblogged this on Mammagallo Blog and commented:
    Bell’articolo, lo riblogghiamo e lo segnaliamo volentieri 🙂

  18. Pingback: 8 marzo « Generatore di efficienza: impresa+comunicazione

  19. Pingback: Donne in presidio da 414 giorni, a Latina » Rovagnate a 5 Stelle

  20. Due giorni fa, Emma Barnett, giornalista di The Telegraph, pubblica su Twitter la foto dell’etichetta di un paio di jeans del fidanzato. Le istruzioni per il lavaggio si chiudono con “….OR GIVE IT TO YOUR WOMAN. IT’S HER JOB”.
    Purtroppo non succede solo in Italia. Che tristezza.
    http://www.telegraph.co.uk/technology/twitter/9125574/Sexist-trousers-are-below-the-belt.html
    http://d.repubblica.it/argomenti/2012/03/08/foto/pubblicit_sessista-896303/1/

  21. Cara Giovanna,

    ti segnalo questo spot di Ikea che parla di sogni. Anche qui i sogni in cucina sono decisamente stereotipati, ma non penso sia un’immagine così deleteria come quella proposta da Esselunga. Avercelo il tempo per preparare dolcetti con i figli! Quello sì che è un sogno. Cosa ne pensi?

    Il tuo blog è sempre utile e significativo!

    Michela

  22. Avendo anch’io reiterato la “obiezione-ritornello” qualche post addietro, aggiungo che volevo semplicemente sottolineare come una pubblicità possa essere stereotipata eppure veritiera, a modo suo. Paradossalmente, uno stereotipo può sembrare quasi meno offensivo rispetto a rappresentazioni idilliache di famiglie felici, giovani pieni di speranza e anziani rassicurati e protetti. Ricordo le vecchie pubblicità del Mulino Bianco, con la famiglia moderna che vive in una campagna splendida, la cui felicità è dettata dal consumo di merendine, o le normali sciocchezze sui cibi prodotti “come li prepareresti tu”: io mi immagino la donna in carriera nella grande città che non ha tempo per prepararsi nemmeno un caffé, rassicurata da una merendina industriale fatta proprio come se lei ne avesse tempo e voglia. Magari la voglia sì, ma non può, e una roba piena di E120 e sigle simili non può essere “come la prepareresti tu”. Siamo al limite della presa in giro, secondo me, pur restando tipi di pubblicità differenti.

    P.S.: anche “specialista in panificazione” sembra una presa in giro…!

  23. Pingback: Donne in presidio da 414 giorni, a Latina

  24. Molto interessante questo post.
    Vi comunico anche un’altra iniziativa sul tema. Hanno aperto un sito internet riservato alle donne , http://tutti-uguali.it , proprio bloccando l’accesso agli uomini, ed è molto interessante quel che ne sta venendo fuori nella community, andate a darci un’occhiata!

  25. Allora io che sn uomo nn posso entrare per vederlo? Accesso bloccato agli uomini? Esagerazione ed in questo caso allora… Nn siamo tutti uguali.. Vediamo di bilanciare le cose pero’ e non schieramoci da una parte o dall’altra… Questo e’ femminismo

  26. ahahah ho provato ad entrare, se sei uomo finisci su un “contenuto più adatto a te” !!!
    Ma sì, è un sito ironico e divertente, il video di presentazione fa morire, lo trovi qua: http://www.youtube.com/watch?v=sHv_Fk1qt_I

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