Si può guardare Fiorello senza essere né qualunquisti, né «rosiconi»

Parlare di Fiorello in questi giorni è difficilissimo. Se lo critichi, passi per «rosicona», come lo stesso Fiorello ha etichettato Sabina Guzzanti che su Twitter lo definiva «noiosissimo». Lui non ha certo dimostrato di saper accettare le critiche, ma lei in effetti aveva fatto la spocchiosa, dicendo di averlo visto solo cinque minuti: come fai a giudicare una trasmissione in cinque minuti?

Ma pure se ammetti che ti piace, finisci male: con la crisi che c’è, come fai a cedere alla nostalgia di un varietà che ricorda quelli di Antonello Falqui, come ha detto Arbore (aggiungendo però che lo fa in modo dichiarato «ed è qui la sua forza»)? E se hai un minimo di cultura, come fai a farti attrarre da uno spettacolo che «innova senza innovare», come ha detto Baudo?

Insomma, se dici che Fiorello ti è piaciuto e ti ha fatto ridere, passi per qualunquista e sempliciotta.

Ma l’audience include tutti, sempliciotti e rosiconi, e dunque i dati di ascolto continuano ad aumentare: prima puntata 39,19% di share, seconda 42,59%, ieri 43,18%.

Vorrei allora focalizzare l’attenzione sull’operazione complessiva della Rai. Ieri Fiorello l’ha esplicitata subito:

«Ma sì, abbiamo voluto fare un inizio così, ma proprio apposta, apposta, amici che siete a casa, per farvi dimenticare almeno per un minuto, due minuti, tutti i problemi, questa crisi che ci affligge. Allora uno vede queste piume, questi ba… (so’ spariti? ammazza), tutti questi ballerini e non ci pensa più.

L’abbiamo fatto apposta per voi, fatevi una risata, pure finta, ma fatevela, via! Che bello, ridiamo in faccia a questa crisi, non ne possiamo più, non ne possiamo più… sempre crisi crisi crisi crisi crisi… l’Italia, siamo noi, siamo noi, quelli che faremo crollare l’Europa, maddeché? dicono a Roma, ddeche? che in Spagna stanno peggio di noi, la corrida la stanno facendo con le pecore, la stanno facendo…».

E così via, passando per l’invito a «capoccione Sarkozy» a «stare sciallo» e finendo con la canzone «E la crisi, la crisi. E la crisi l’è bela, l’è bela…» sulle note di «E la vita, la vita» che Cochi e Renato cantavano all’inizio degli anni 70, anche per esorcizzare – guarda caso – un’altra crisi, quella petrolifera del 1973, che portò l’Italia alle tristezze della cosiddetta austerity (domeniche senz’auto, riduzione dell’illuminazione stradale e commerciale, ecc.).

Questo per dire che la battuta, la risata e la canzonetta sono da sempre il modo più semplice ed efficace con cui la televisione distoglie l’attenzione dai problemi. Il trucco funziona in tutti i paesi del mondo, ma con gli italiani ha una forza particolare.

Vuol dire che Fiorello è un astuto manipolatore? No, è solo un eccellente strumento, uno showman bravissimo ed eclettico che la Rai sta usando anzitutto per mettere una toppa alla sua, di crisi, e guadagnare introiti pubblicitari a gogò, come sta facendo da tre settimane.

Dopo di che, a ben osservare ciò che accade dopo Fiorello, con Bruno Vespa che in «Porta a porta» continua l’autocelebrazione della Rai, si capiscono altre cose:

  1. Vespa esordisce contrapponendo la propria trasmissione alle «reti progressiste»: «Tanti anni fa le reti progressiste dicevano “Adesso finalmente possiamo parlare dei problemi dei lavoratori eccetera, e facevano dei programmi terrificanti, ma concentrati sui problemi eccetera. I lavoratori però, che avevano lavorato tutto il giorno alle presse, tornavano a casa e sentivano dentro alla televisione tutti i loro problemi, si intristivano e cambiavano canale. Fiorello l’ha capito e quindi cerca di esorcizzare e dire “Vabbe’, un momento di allegria, se la piglia con Sarkozy, interpretando un sentimento largamente condiviso, e quindi anche in questo diventa popolare, e cerca appunto di esorcizzare la crisi dicendo che alla fine ce la faremo”».
  2. Vespa approfitta della gag di Fiorello che si rivolge a Putin, per chiarire che «Il lettone di Putin non esiste: Putin ha regalato a Berlusconi un quadro dell’Ottocento, nel quale è ritratto un letto con baldacchino. Berlusconi dice a un amico architetto: “Voglio un letto come questo” e l’amico gli risponde: “Ma io te lo faccio meglio”, e gli fa un lettone con il baldacchino, piuttosto bello, tanto che Berlusconi ha sempre detto “Non ho mai capito se le mie visitatrici vengono per me, o perché è bello il letto”».
  3. Infine spiega che le radici del successo di Fiorello stanno in valori «abbastanza consolidati come la famiglia e l’amore». E lancia un servizio che mostra l’attaccamento di Fiorello alla famiglia d’origine e alla sua, con la moglie che l’ha salvato dalla perdizione, e tutto ciò che sappiamo.

Insomma, con Porta a Porta il centrodestra sta cominciando a ricostruire la sua rispettabilità nel dopo Berlusconi, vale a dire sta ritessendo la rete di valori ed emozioni che faranno da sfondo alla campagna elettorale. Una rete che gli scandali sessuali e la crisi economica hanno sfilacciato e che perciò occorre ricucire. Il tempo per lavorare bene c’è, visto che le elezioni saranno nel 2013, come ha ribadito Berlusconi ieri fuori dal tribunale di Milano, e bisogna lasciare Monti tranquillo a lavorare.

E Fiorello? Lui è uno strumento, dicevo. Ben pagato e certo almeno in parte consapevole, ma convinto – immagino in buona fede – che «non c’è niente di male se gli italiani ridono un po’».

Già, che male c’è? Infatti ieri ho mollato Gad Lerner, che di solito vedo al lunedì, per seguire Fiorello. E mi sono divertita, a parte una certa lentezza di troppo (ma dopo un po’,  se ti lasci andare, non la noti nemmeno).

Qualunquista? Pronta a seguire il riflusso? No, umana. E per mestiere osservatrice: guardo Fiorello, capisco un sacco di cose e, nel frattempo, mi faccio pure due risate.

Fiorello parla della crisi:

Un fermo immagine dal «Porta a porta» di ieri:

Per rivedere tutta la puntata di «Porta a Porta» di ieri, questo è il link al sito della Rai.

54 risposte a “Si può guardare Fiorello senza essere né qualunquisti, né «rosiconi»

  1. icittadiniprimaditutto

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. Ciao. Sono il lettore alternativo che viene a sottolineare una cosa ormai stancante: Io non guardo Fiorello, io è da tempo che ho spento la TV.

    Mi scoccia però dover trovarmelo su twitter.
    piuttosto, Giovanna, scusa se vado offtopic ma trovo curioso come nel resto del mondo si usino gli acronimi, adatti al mezzo, mentre qui non ci siamo proprio.

    Voglio dire, The Big Bang Theory diventa #TBBT
    In Italia Fiorello diventa #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend

    🙂

  3. Il problema è che non fa ridere. E il pubblico che ride imbarazza ancora di più.
    È patetico: rimane il solito animatore turistico che ha studiato da Baudo.

  4. Tra l’altro finisce per illustrare il problema italiano: un programma per vecchi dentro.

  5. Penso che in certi casi si finisca per confondere il giudizio sul contenuto con l’analisi sul contenitore…! A me lo show non piace, ma perché non mi piacciono i varietà. Per poterlo analizzare e capire, però, l’ho guardato, così come ho guardato il Grande Fratello e così come continuo a guardare il Festival di Sanremo! 🙂
    Credo che spegnere la tv sia un gesto comprensibile, ma molto elitario… e soprattutto, in Italia, si finisce per essere avulsi dal contesto sociale generale, rischiando di ricevere poi amare sorprese!!! 🙂

    Ottima l’analisi di Fiorello come strumento nelle mani di Vespa… Era troppo tardi ed ho spendo, avrei perso questa chicca!

  6. Ho visto Fiorello con i miei figli e mi sono divertita e rilassata per due ore.
    GUardando ormai quasi per mestiere tanta tv trash, noto che Fiorello è riuscito a fare un programma popolare con qs caratteristiche:
    -non usare turpiloquio
    -non utillizzare le donne come oggetti
    -non utilizzare i bambini adultizzandoli

    Vi pare poco? allora vi consiglio di guardare la tv durante una giornata qualsiasi.

    Poi propone una figura di entertainer che balla, non benissimo ma balla, canta, è bravissimo nelle imitazioni. Una figura professionale mentre molti atri stanno in tv senza sapere fare nulla.
    Non è poco, vuol dire proporre ai ragazzi un modello di competenza: per andare in tv devo sapere fare delle cose.

    Fiorello è un personaggio popolare positivo. Mi pare una eccellente alternativa alla tv che c’è ora. Poi ben vegano le sperimentazioni per una tv innovativa. ma per il pubblico italiano che arriva da 30 anni di trash, Fiorello mi pare una reale meraviglia sotto tutti i punti di vista.

  7. Non capisco davvero il successo di un uomo come Fiorello: una vera nullità, privo di qualsiasi carisma, mediocre per non dire deprimente.

  8. Ugo: non fa ridere te. Ma 12 milioni di italiani si divertono, o almeno una grande maggioranza di quei 12 milioni ridono e si divertono, almeno a tratti (in mezzo ci sono quelli che guardano ridendo poco, ridendo meno o non ridendo per nulla, solo per criticarlo). Non è parlando di «imbarazzo» che esci dall’alternativa fra qualunquisti e rosiconi, come io proponevo di fare.

    A me interessa capire il sistema di valori ed emozioni che tutto ciò ri-costruisce. È quello che ho capito ieri sera, molto chiaramente. Vedremo mille altre espressioni di questa ricostruzione nei prossimi mesi.

    Dopo di che, quando nel 2013 vincerà il centrodestra, non addebitiamolo troppo strettamente ai manifesti e agli spot che mostreranno quando si entrerà strettamente in campagna elettorale… Né troppo strettamente ai pessimi (o buoni, chissà se mai ce la faranno) manifesti e spot che metteranno in campo gli avversari di centrosinistra.

    Pensarci prima sarebbe importante, al sistema di valori ed emozioni complessivo, se ci fosse qualcuno capace di farlo, nelle «alte sfere politico-mediatiche» alternative a quelle espresse dal centrodestra attuale. Chiunque sia questa alternativa. Ma c’è, questa alternativa in termini valoriali ed emotivi? Mah.

    La comunicazione politica è un orizzonte molto più ampio delle singole campagne, fatto di milioni di piccoli tasselli. In primis stanno le trasmissioni televisive main stream È anche lì che bisogna applicare il bisturi della lucidità, senza farsi prendere troppo dalle emozioni. L’imbarazzo è un’emozione, il disprezzo per i «vecchi dentro» pure, ma occorre andare oltre. Con la razionalità e con emozioni alternative a imbarazzo e disprezzo.

    È quello che mi sforzo di fare con articoli come questo. Mi spiego?

  9. Che ci sia un’autocelebrazione della Rai è ben evidente: oltre a Bruno Vespa ricorderei anche Giletti con la sua trasmissione della domenica… insomma un’intera rete televisiva che in questo periodo orbita intorno (si mantiene grazie) a Fiorello! Ma d’altro canto è anche una grossa operazione di marketing che, come dimostra lo share, sta avendo i suoi frutti.

    Che poi il trucco della televisione che distoglie l’attenzione dai problemi funzioni soprattutto in Italia è anche dovuto alla particolare accortezza che si usa qui da noi di far credere che (in ogni caso) gli altri stanno messi peggio di noi e che noi sappiamo “campare” meglio di loro! E Fiorello in questo non è da meno: basti pensare per esempio al riferimento alla corrida fatta con le pecore e al consiglio dato a Sarkozy…

  10. @Giovanna
    Non fa ridere me. E fa ridere esattamente lo stesso target che rideva già prima con trasmissioni simili. Perciò il fatto che 12 milioni di italiani continui a ridere è la prova che non elimini quell’elettorato, trasversale nelle urne benché simile nelle abitudini – questo è il problema).
    Ma se permetti tu fai l’analista io non ho questo onete e posso prendermi il lusso di dire che chi ride e gode di questo formato di varietà è in gran parte, e magari inconsciamente, responsabile dell’arretratezza del nostro Paese.

    La dicotomia Rosiconi-qualunquisti è un po’ limitante. Rosicona sarà la Guzzanti, e più in generale chi competa sul piano professionale con gli ascolti di Fiorello. Per l’ascoltatore è una categoria inutile. Qualunquista mi pare un po’ sfocata e troppo politica. Meglio altre dicotomie: antiquati-moderni o sempliciotti -svegli mi pare più appropriata per me che posso dare giudizi di valore.

  11. Il cane dei ricchi abbandonato in autogrill, il buttafuori SECURITY che fa entrare i ragazzi come le pecore nella discoteca con il ragazzino che dice ” a ma sei Fiorello, non eri morto”, l’italiano che è SCIALLA… e nelle altre puntate, il canto che tutti gli italiani sanno, il santo, e la piastra, e poi… musica musica, di oggi, di ieri, e tutto il resto… i nessuno che diventano qualcuno, i “tutto” che diventano nessuno… i ragazzi vicino ai nonni, la fedeltà ai valori… le imitazioni e i balli… il cinema e lo sport… e i politici come a molti piace pensarli e non ridere sulle ovvietà. Sì secondo me la Guzzanti è rosicona e il programma a volte sembra lento con emozioni in ripresa ma per ovvie ragioni. Chi non lo vede per le sue ragioni fa quello che vuole ed è giusto così… secondo me se lo perde… e magari ci fosse sempre questo livello di qualità! In tutti i sensi. Cmq Little Flower per me rimane la sua faccia, la sua voce e mimica, la sua empatia con le persone, chiunque esse siano, e il fatto che fa e dice cose diverse dagli altri comici/imitatori/ presentatori/cantanti… cose che “in qualche modo” toccano di più.

  12. Ugo, mi stai dicendo che se una/o ride o almeno sorride e si intrattiene a vedere e sentire Fiorello non è sveglia/o? 😛

    Ok, non sono sveglia, ma sempliciotta e antiquata. 😀

    Non mi offendo, eh, non devi dirmi che mi escludi per il mestiere che faccio, eccetera. Non vado esclusa.

  13. @Giovanna
    Dico che sei in una posizione rischiosa che io non ho e per te valgono categorie a parte. Tu studi gli stupefacenti valoriali che le persone consumano. È normale che tu ne assuma una certa dose frequentando quegli ambienti in modo così assiduo. Così quando ne esci, a caldo, magari finisci per sopravvalutare il tuo caso di studio con l’idea che sarebbe potuta finire peggio. 🙂

  14. Sono un antifiorello della primissima ora.
    Non e’ razionale, ma mi e’ più insopportabilmente antipatico (specie dopo i recenti spot infostrada) di quanto riesca a farmi ridere. In tema di economia, il saldo e’ negativo. Sorry.

  15. sono d’accordo sull’aspetto politico della tua analisi, giovanna, fiorello serve alla distrazione di massa in generale, a sedimentare (basta poco agli italiani per dimenticare qualsiasi cosa) una nuova verginità al cdx, e pure a convincere che in fondo siamo tutti italiani, e vogliamoci bene, l’amore vince sull’odio e si può ridere senza essere cattivi o impegnati politicamente, anzi, quella è vera cattiveria.
    più che sul rosicare, la contrapposizione con sabina guzzanti è sull’impegno-disimpegno, sul voler riappacificare invece che contrapporre.
    un anno di fiorello e saremo pronti per altri cinque di berlusconi.
    ecco, io non credo che ne sia incosapevole, anzi, credo che fiorello sia, scusami il termine poco tecnico, un gran paraculo (non ai livelli di cesare battisti che resta il campione del mondo della categoria per altri e ben più gravi aspetti, ma questa è altra storia), il classico italiano che non ha opinioni se non quelle che lo fanno lavorare, che prende in giro ma educatamente, che prospera con la destra e con la sinistra.
    quindi si, è un mezzo politico consapevole, anche perchè si può fare spettacolo e cultura, volendo, senza censure e senza limitarsi, pur avendo opinioni politiche espresse e non nascoste, ma se ci si chiama benigni.
    non so se esista l’alternativa mediatica di cui parli nei commenti, ma più che quello sarebbe sufficiente, a mio avviso, una maggiore sobrietà e serietà, e soprattutto un investimento in credibilità, una nuova classe dirigente preparata e onesta, che sappia tenersi fuori dal teatrino che ha coinvolto tuta la politica italiana prima che arrivasse il preside Monti a metterli in castigo per 18 mesi.
    dico poco eh?

  16. Nicoletta Maldini Libreria Trame

    guardato con marito stanco e figlia tredicenne che non ride mai… il marito si è svegliato alcune volte e ha sorriso, la figlia ha riso ma piano per non farsi notare, io leggevo e ascoltavo le canzoni, guardavo persone per una volta abbastanza normali, Elisa in mocassini, le pallavoliste radiose con la loro coppa e i tacchi non necessari, Bennett vecchissimo con le sue rughe che fanno perdonare il (forse) parrucchino, Fiorello resta quello che è, canta discretamente, fa ridere quando balla, fa un programma dignitosamente antiquato… non voterò comunque a destra e non guardavo RAI 1 per tre ore di seguito da qualche tempo

    analizzare per conoscere è necessario, Vespa che gongola facendo finta di essere scocciato è imbarazzante per ipocrisia emanata…

    buon lavoro Giovanna

    Nicoletta

  17. Ugo, dici: «Così quando ne esci, a caldo, magari finisci per sopravvalutare il tuo caso di studio con l’idea che sarebbe potuta finire peggio».

    Non sopravvaluto, di questo sono certa. Entro e esco con una certa facilità, perché ho imparato a farlo. Ho solo la fortuna (se lo è) di avere una «pancia pop», e pure «nazionalpopolare». Che mi fa capire profondamente il paese in cui vivo. No, di più: me lo fa sentire. Non è presunzione: è che certi fenomeni di massa li sento prima ancora di capirli con la testa. Al punto di prevederli.

    Vale per il passato, naturalmente. Sul futuro posso fare solo ipotesi. Che diventanto previsioni solo quando i fatti le verificano.
    🙂

    giampaolo: non è sufficiente mai una classe dirigente «sobria, seria e onesta», come dici tu, se non è capace di parlare alle persone. Per una semplice ragione: le persone non la votano.

    Grazie Nicoletta!

  18. Grazie mille per il lavoro sporco che fai per noi, noi che abbiamo la TV spenta da giugno.

  19. Giovanna, tu consideri il sistema di valori ed emozioni veicolato da Fiorello, col suo spettacolo, utile al centrodestra: contribuirebbe a fargli vincere le prossime elezioni. Ho capito bene?
    Poi mi pare che vorresti un’alternativa valoriale ed emotiva di (centro)sinistra, e ti chiedi se esista, cioè se qualcuno sia in grado di proporla alla gente.

    A me sembra che Fiorello rappresenti un mix di sentimenti condivisi dalla gran maggioranza degli italiani, un intreccio di valori ed emozioni difficilmente qualificabile come destra e sinistra.
    Mi sembra che in Italia una “destra doc” e una “sinistra doc” siano molto deboli e molto minoritarie, senza spazio in un futuro prossimo.
    Personalmente non ci vedo niente di male, mi sembra tutto sommato una presa d’atto della realtà.

    L’alternativa principale, forse ormai sentita da moltissimi, è fra serietà-capacità-competenza-onestà, da un lato, e il suo opposto.
    Per questo Monti piace a tanti, a destra come a sinistra.

    Forse vincerà le elezioni chi darà l’impressione di saper affrontare seriamente i problemi, che principalmente non sono né di destra né di sinistra. Neanche le soluzioni lo sono.
    Che si presenti come un po’ più a sinistra o un po’ più a destra, farà poca differenza. E’ una previsione, e accetto scommesse. 😉

  20. Ah dimenticavo: serietà, competenza, onestà sono pure valori, e qualche emozione la suscitano.
    Il loro contrario suscita emozioni molto negative, oggi assai diffuse.

  21. ma qualcuno di voi qui guarda la tv ogni tanto? rispetto a cio che va in onda Fiorello è eccezionale, un prodotto sopraffino.

  22. Ottima analisi. Sono del parere che in tempi di crisi anche ridere e sollevarsi dai guai quotidiani non vuol dire non innovarsi, non cercare altro. Dal mio punto di vista la trasmissione alla lunga stanca. Il siparietto con gli ‘ospitoni’ in prima fila è tremendo. Le gag a duetto sono la stessa identica formula della Rai ‘del come eravamo’.

    Però i dati di ascolto parlano chiaro, il modello trito e ritrito funziona, ma di fatto è un rinviare un problema enorme per la televisione nostrana, soprattutto per la Rai: si può sopravvivere con un paio di show mastodontici l’anno? E il resto dell’anno, appunto, che si fa? Cosa si dice? Ci resta solo Vespa?

  23. @Lorella Zanardo
    Certo che la guardiamo. Il punto è che il suo lavoro si concentra principalmente sull’uso del corpo femminile. Chiaramente da questo punto di vista il teatro di rivista di fiorello è salubre. Tuttavia se smette per un attimo i panni della vigilante del costume il discorso non tiene più: alla donna velina sostituiamo un genere precedente che del velinaggio è sempre stato preludio, ricordiamocelo. Non vale pensare alle isolate Mina o alle Kessler.
    Se permette non godo della filosofia del meno peggio e la trovo ricattatoria. C’è già la politica a ricordarci il detto Montanelliano del turarsi il naso.

  24. Chiedo: è possibile continuare a non guardarlo, Fiorello? Non lo giudico ma preferisco non guardare Fiorello né la tv. E’ un male così assoluto?

  25. Personalmente guardo Fiorello ma non la trasmissione di Fiorello, nel senso che, già sapendo che alcuni sketch mi potranno far ridere ma l’impostazione del programma prevede numerosi pezzi che di sicuro mi annoieranno, preferisco leggere i commenti in diretta su twitter e facebook e, il giorno dopo, cercare su YouTube i pezzi comici che da quei commenti mi sono sembrati migliori.
    Per quanto riguarda l’argomento del post, se Porta a porta è lo strumento con cui il centrodestra vuole ricostruire la propria credibilità allora mi permetto un tocco di ottimismo. La comicità di Fiorello può essere ed è trasversale (anche se penso che in tv renda peggio che alla radio), ma la pornografia della cronaca nera di Vespa mi sembra molto più limitata. Non in termini numerici, so che sono milioni gli italiani che si appassionano alla dissezione morbosa dei delitti; ma, per quanti numerosi siano, sono comunque una nicchia, un settore ben delimitato che può aumentare numericamente solo per espansione demografica, non conquistando altre fasce di audience. E direi che la demografia, in questo momento, non li aiuta.
    La mia impressione è che Vespa, in questi anni, abbia dilapidato il suo capitale di legittimità. Nel 2000 nel suo programma Amato lanciava Rutelli come candidato del centrosinistra, nel 2001 Berlusconi firmava il suo contratto. Oggi gli annunci che finiscono sui giornali arrivano più spesso dalla poltroncina di Fazio, e anche Ballarò attira più attenzione di Porta a porta.
    Detto questo, la situazione politica attuale è così fluida che è difficile fare previsioni su come si muoveranno leader, partiti e coalizioni nella campagna elettorale. Praticamente tutti, da Vendola a Alfano, sono stretti tra necessità divergenti, e probabilmente vincerà chi saprà destreggiarsi meglio. Gli unici in posizione più comoda sono Grillo e la Lega, ma anche la loro popolarità dipende dai risultati del nuovo governo. Restiamo a guardare.

  26. @lorella zanardo
    A parte i miei problemi personali e temporanei col televisore, sono anni che sono molto selettivo nei programmi che guardo. Col tempo la TV mi è sembrata sempre meno interessante e purtroppo quando si devono compiere delle scelte le cose meno interessanti sono le prime a saltare. So come la pensi sul guardare la TV, ma io alla sera devo scegliere fra una cosa che mi annoia e una che mi piace e ho la fortuna di non fare il lavoro di Giovanna. 🙂 La TV ha la peggio molto, molto spesso. (Quando sono a casa malato, invece, una giro sulla TV spazzatura lo faccio sempre volentieri. 🙂 )

  27. Per la verità, la TV la vedo solo tramite questo blog o il Corriere online o Youtube, e così pure le persone a me più vicine, che vanno dai 15 ai 50 anni.
    Fiorello non mi ha divertito, ma mi è sembrato non sgradevole.

  28. Anche io ieri ho tradito Lerner per vedere Fiorello, e penso in tutta onestà che sia un grande professionista, come pochi ce ne sono – di questa generazione di conduttori è il migliore, lo trovo un grande uomo di spettacolo, e probabilmente molto bravi sono gli autori che lavorano con lui. Lo spettacolo gira, tiene, ha buoni tempi e si fa ridere. A me il pezzo sul sadismo delle vecchie canzoni mi ha fatto schiattare 🙂
    Ho sempre la sensazione però, che la correlazione tra bravura di un personaggio e successo di pubblico non abbia davvero senso, e temo che si sottovalutino altre variabili, che conosco bene in quanto ex spettatrice di roba orenda che ora non vedo più per disintossicazione forzata causa mancanza di tempo. La gente guarda quel che si dice di guardare, e non guarda solo per cose proprio eclatanti. Ma la bravura mi sa ci entra relativamente.

  29. La verità è molto meno filosofica, se non esci il lunedì sera e vuoi guardare la televisione devi scegliere fondamentalmente tra Fiorello e il Gf perché fondamentalmente negli altri canali non fanno un cavolo.
    Io scelgo Fiorello perché mi intrattiene e fa ridere, ovvio che si gasi lui per gli ascolti, ovvio che rosichino gli altri perchè il 40% di share non ce l’hanno.

  30. A me la trasmissione di Fiorello fa tanta tristezza forse perché me la fa Fiorello, oramai. Ho idea che non abbia saputo rinnovarsi, malgrado gli sforzi nel trattare l’attualità. Sul suo essere strumento non ho alcun dubbio così come mi pare che il fratello, proprio stasera in tv, si faccia interprete di uno degli argomenti più infuocati, come quello delle condizioni dei padri separati che vede questi ultimi, anche nei blog delle donne, scagliarsi contro il femminismo considerato la causa dei loro problemi.
    Al di là di questo però è interessante capire quali sentimenti interpreta, quale capacità di divertimento è rimasta agli spettatori italiani che lo trovano divertente.
    Poi ha ragione anche Lorella nel dire che la trasmissione è priva di quella volgarità della quale non ne possiamo più e della quale è probabile che non ne possono più nemmeno gli elettori di Berlusconi o coloro che condividono con questi ultimi qualcosa di più di quanto possa condividere io.
    Il problema è come riemergere da questo abbassamento del livello del sentire, del ridere e del sorridere degli italiani, ha ragione Giovanna.

  31. Concordo Giovanna, e aggiungo una brevissima considerazione sul medium televisivo: ma non sarà che la tv, costitutivamente, non si addice alla cultura, all’informazione, al “progressismo”?
    A pensarci, è assimilabile alla categoria degli “elettrodomestici”, ha una funzione di contatto col mondo esterno (ormai surclassata da internet), il suo linguaggio si struttura intorno al “format”, e via dicendo. . .
    Baci

  32. A mio avviso, non è vero che la valorizzazione di competenza e professionalità (“la bravura” dice @zauberei) ha poco a che fare con l’audience e il successo dei programmi tv ma ma non sono d’accordo con @lorella zanardo che, mi pare, si accontenti della presenza di questi aspetti e non problematizza la loro ricezione con implicazioni politiche come invece fa, giustamente, Giovanna.

    Esattamente un anno fa, il 23 nov 2010, si poteva leggere quanto segue:

    Nuovo record per Vieniviaconme che ieri sera, su Rai Tre, alla terza puntata, ha registrato 9.670.000 spettatori e il 31,60% di share, vincendo la serata e superando i risultati, già altissimi, delle puntate precedenti.
    Il programma di e con Fabio Fazio e Roberto Saviano, che ieri ha ospitato, tra gli altri, Corrado Guzzanti, Luca Zingaretti, Gabriele Salvatores, Renzo Piano, Ivano Fossati, Fiorella Mannoia, Emma Bonino, Susanna Camusso, Laura Morante, Ilaria Cucchi, David Anzalone, e con la partecipazione del ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha ottenuto picchi vicini a 11.400.000 spettatori (11.393.000 alle 21:48, durante il primo monologo di Roberto Saviano) e superiori al 43% di share (43,58% alle 23:27, durante il gioco a due fra Fazio e Saviano “vado via perché/resto qui perché”, dove si confrontano i motivi per rimanere e quelli per andarsene).
    I contatti sono stati oltre 20 milioni (20.220.000), con una permanenza record del 47,83%.
    Eccezionali i risultati nei target più giovani e nel pubblico laureato: nel target tra i 15 e i 24 anni e tra i 25 e i 34 anni il programma ha raggiunto il 34% di share (34,03% nel 15-24, 33,97% nel 25-34), mentre nel pubblico laureato ha superato il 56% di share (56,42%).
    Rai Tre, quando il programma è iniziato, alle 21:05, era al 10,97% di share e, in meno di 10 minuti, alle ore 21:13, è salita al 27,27% di share.
    Il programma, inoltre, continua a catalizzare l’attenzione degli spettatori per tutta la sua durata. Ieri sera, infatti, ogni momento della trasmissione ha ottenuto ascolti da record.
    In particolare, l’intervento del ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha letto un elenco sulle cose da fare per contrastare le mafie, ha ottenuto, in chiusura, durante il dialogo con Fabio Fazio un picco di oltre 10 milioni spettatori (10.702.000 alle 22:08 e il 32,87% di share).
    Il ritorno in tv di Corrado Guzzanti, con il divertente elenco di battute “che non aiuteranno questa trasmissione”, invece, ha raggiunto un picco di oltre 11 milioni di spettatori (11.098.000 alle 22:33, con il 36% di share).
    Vieniviaconme è riuscito a portare davanti al piccolo schermo persone che, abitualmente, non seguono la tv. La platea televisiva del lunedì sera, infatti, da quando c’è il programma di Fazio e Saviano, è aumentata di oltre 2 milioni di spettatori.
    http://www.vieniviaconme.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-bd76ccc8-583e-4894-b410-5be19af027d3.html

    Teniamo conto che: era su Rai3, che la gente non aveva abbandonato ancora clamorosamente il Grande Fratello, che la crisi finanziaria non era arrivata agli attuali spread (nessuno conosceva la parola), che i concorrenti su altre reti erano, ad esempio Il commissario Montalbano o altro di popolarmente vedibile, che già Fazio è considerato un innocuo placebo e Saviano un eroe pretaporté.

    Eppure è interessante vedere come un tale programma (che a quanto pare può rispondere alla domanda: si può fare audience e divertire pure con un programma desinistra?) sia stato espunto dai palinsesti di massa e sostituito con quello di Fiorello sulla cosiddetta rete ammiraglia e, per di più, in assenza di reali competitors (che strano, eh?).

    E’ proprio perchè competenza e professionalità sono ricercate dal pubblico che il CdA Rai, – che si muove, ovviamente, come sappiamo, in totale indipendenza da orientamenti politici 😉 – le ha utilizzate come strumento per produrre effetti-camomilla (eh, sì, siamo umani, di questi tempi ne abbiamo davvero bisogno): uno guarda, si rilassa e non si sente nemmeno troppo scemo, anzi, è pure contento di non sentire parolacce e di non vedere donnine nude e asservite. Non ci sono controindicazioni e, uno pensa, neppure effetti collaterali. E questo basta, oh, eccome se basta! per rifare la verginità al cdx. Soprattutto se la camomilla, che prendiamo tutti, è potenziata dal Tavor di Vespa & C che, invece, effetti collaterali ne ha eccome.

  33. caracaterina: grazie per l’accostamento a Vieniviaconme… in effetti è illuminante. Pur tenendo conto del fatto che «i pubblici», come si dice, sono ben diversi, i numeri sono comparabili.

    Ci tornerò sopra. Ci torneremo. Mo’ vado a cena. 🙂

  34. @ugo
    mizzica, vigilante del costume? No, su’! non mi dica così!
    E’ come dire che lo stupro è un offesa alla morale, e io immagino che lei non sia rimasto fermo a qs definizione.
    Io non vigilo il costume, come ben sa, ma denuncio l’uso mercificato del corpo delle donne nei media. Tema serissimo, specialmente per le ragazze e per i ragazzi nelle scuole. Tema serissimo in tutta Europa. Anche a causa della tv nostrana, siamo al 74esimo posto del gender gap.
    @il comizietto
    ognuno faccia cio che vuole, ci mancherebbe. Ma guardare ogni tanto la tv significa rendersi conto di molto di cio che accade nel Paese. Sono usciti i nuovi dati di De MAuro sull’analfabetismo, molto collegati alla tv che non ha scopo educativo.
    Fiorello sceglie di non umiliare, sceglie di non riprendere le figherrime pallavoliste con telecamera dal basso, sceglie di non fare il cascamorto, sceglie di non trattarle da bonazze, bensì da sportive. Vi invito a riflettere: nel panorama attuale nessuno dico nessuno avrebbe risparmiato una battuta su quanto sono bone le pallavoliste.
    Un inezia direte? No, non credo. Non pensate solo alla vostra reazione. Nelle scuole le ragazze anelano a modelli che non siano solo tette e culi. E i ragazzi pure, venite a sentire. Fiorello ha invitato cantanti talentuose come Elisa e Giorgia, intelligenti, approccio internazionale in grado di scherzare e interagire. Sportive eccellenti. Una modella con cervello che ha interagito senza fare la modella ameba. Vi pare poco?? Ha fatto piu Fiorello in una set
    ra che 100 trasmissioni popolari in dieci anni.
    Non sputate su qs trasmissioni. Il Paese comprende intellettuali solo per una piccola percentuale. Gli /le altre e altri amano essere intrattenuti. E Fiorello non è poca cosa. Anzi, al contrario io chiederei alla Rai di investire in altre trasmissioni di intrattenimento così. Ricordate che in altro modo abbiamo donne sotto il tavolo, gare di pernacchie, culi ripresi da sotto, uomini mezze tacche che parlano dialetto e turpiloquio, serivzi di mastoplastica additiva durante gli show, gare tra chi ha le tette piu gorsse, bambini adultizzati ecc ecc
    Non è accontentarsi, è un reale passo avanti
    lorella zanardo

  35. @caracaterina
    i pubblici delle due trasmissioni sono sovrapponibili solo in minima parte.
    e poi domando: si puo avere vieni via ocn me e fiorello in una tv pluralista?
    e per quanto il tema che mi compete, ha fatto piu Fiorello in tema di valorizzazione del femminile nelle due trasmissioni, che Fazio e Sanotro in vent’anni.

  36. le parole di lorella zanardo suonano così vere — anche a chi come me guarda poco la tv, e non è stato un suo fan, finora. 🙂

  37. @lorella zanardo @giovanna
    Non so di quanto i due “pubblici” siano diversi, certo vieniviaconme ha attratto ben più gente di quanto di solito faccia Rai3, il che significa che molti che o non guardavano la tv o guardavano canali diversi lo scorso anno, la sera del lunedì, si orientarono lì. Quanta gente che quest’anno guarda Fiorello, anche per mancanza di alternative, come è già stato sottolineato, guarderebbe magari più volentieri un Fazio-Saviano?
    Certo, in una tv pluralista dovrebbero poterci stare sia Fiorello sia Fazio, ma, guarda caso, non è stato voluto così. Al pubblico non è stata data questa scelta. Ci sarà un motivo?
    Quanto alla figura femminile nella trasmissione di Fiorello, lorella, hai ragione, ma tutta l’operazione sembra proprio volta a farci dimenticare esattamente “quella cosa lì”, come quando, nel bel mezzo degli scandali sessuali berlusconiani, si mandavano nei talk show, a difendere il capo, proprio le donne, scelte ovviamente fra le più tignose ma anche meno attraenti (chessò, la Gelmini, per dire, o la Ravetto, o la stessa Santanchè che è “anziana”, mai, o quasi mai, la Carfagna, però, che pure sarebbe dovuta essere quella istituzionalmente competente :))

  38. Sono contenta di avere letto l’accostamento a Vieni via con me (questione sulla quale si scontrano miseramente tutti i fautori di “oh, la TV meglio non guardala e oh, gli italiani non capiscono”) perché ieri ero ospite non a casa mia e dunque non ho guardato nulla. Dunque non volevo parlare di Fiorello (che, sia chiaro, avrei guardato). Ma pur senza guardalo ho pensato a Vieni via con me. Dunque mi interessa il parallelo. Per il resto, credo che rinunciare a vedere qualcosa come Fiorello o la TV per scelta sia scegliere di tappare la finestra. Un atto di miopia che poi non deve far stupire se si perdono parecchi ma parecchi polsi su questa Italia.

  39. Finisco e chiudo: lascerei perdere del tutto Santoro, ma che Fazio sia accusabile di fare una tv così “maschilista” non lo condivido. Il ruolo di Filippa, in che tempo che fa, non è nè silente nè velinistico, non è una valletta, è un’annunciatrice ed è poi protagonista nei siparietti pubblicitari (brutti, devo dire) ma dove interpreta un cervello, non un corpo. Inoltre, chetempochefa è, in buona parte, la Littizzetto, che certo non è la tipa a cui si applica un timbro sulle natiche mentre è appesa a un gancio.
    Comunque scommetterei che, d’ora in avanti, si moltiplicheranno i programmi con donne più vestite, più competenti, più simpatiche, più brave. Non so se considerarlo un passo avanti tout court. Dipenderà da tanti altri fattori di contesto. Se la cosa sarà semplicemente utilizzata come effetto-camomilla o addirittura fior-di-loto, temo che avremo semplicemente, come ha scritto Ugo, qualcosa di simile a “prima”, alla tv di Bernabei. Certo, al punto in cui siamo adesso, sembra qualcosa da leccarsi le dita ma potrebbe solo essere una forma di restaurazione.

  40. caracaterina, io sento un odore fortissimo di restaurazione…

  41. Stiamo attenti però al tipicamente sinistro cupio dissolvi, per cui quanno ci sono le stronzate oh tempora o mores ci sono le stronzate, quando invece non ci sono embè è evidente che sotto sotto le vogliono riportare in auge. Questo atteggiamento politicamente e culturalmente non paga ed è anche parecchio demoralizzante. Fiorello a onor del vero, sono anni che rifiuta diverse proposte, fa solo alcuni progetti e fa una televisione meno meno meno sessista delle altre, anche in tempi non sospetti come 5 anni fa o giù di li. Mantenendo le giuste riserve sottolineate da caracaterina, mi sembra più furbo comunicativamente dare a cesare quel che è di cesare e se qualcosa succederà anche io penso che succederà sta già succedendo, riconoscere legami con più cause, perchè non penso che questo cambiamento sia solo strumentale, e in tutta onestà non penso neanche più precisamente che la strumentalità sia il male. Molti dei vantaggi che le democrazie mature hanno raggiunto sul piano politico sono dovute all’opportunismo più che al buon cuore. Un gruppo sociale si incazza e il potere scopre che rimanere dov’è conviene regolamentare le cose e venire a patti. Poi il pensare collettivo si organizza circolarmente e di conseguenza, ma insomma lucidità è pure non essere troppo pessimisti ma solo un pochino! 🙂

  42. Il problema è capire a cosa sia dovuta l’assenza di sessismo e da cosa, quella modalità, viene sostituita. In questo caso viene sostituita dalla coltivazione di emozioni banali, già presenti nella società italiana perché intercettate (generate?) da una tv e da un governo ventennale che le ha alimentate ora dopo ora con tutti gli strumenti massmediali a disposizione del potere. Un potere che evidentemente riteniamo di aver deposto e che invece non solo è ancora in parlamento ma striscia nelle coscienze di molti.
    L’accusa di moralismo portata a quante e quanti sono insorti contro la tv sessista, ora viene assunta attivamente dal potere mediatico con conseguenze sulle quali è necessario non abbassare la guardia. Capisco che si ha bisogno di ripulire l’immaginario, personale e collettivo, ma l’operazione in atto ha un’origine (accusa di moralismo a chi si oppone) e un seguito (proposizione di pacchetti di sentire che garantiscano il basso profilo di una società da controllare fino in fondo).

  43. Non penso che tutto sarà così univoco e monodirezionale.
    A questo proposito istigherei la Giovanna a fare un post su “tutti pazzi per amore3” e se non ne parla bene che la vendetta divina si abbatta in forma di pacconi di compiti da correggere 🙂
    (Io trovo tutti pazzi per amore, 1 2 3 fichissimi. Mi piacciono i rimandi alla canzone italiana, mi piace la sfida a giocare con certi luoghi comuni e personaggi tipici della nostra vita – le zie 🙂 – mischiando con cose come le lesbiche, i problemi delle donne che lavorano etc. C’è un gran lavoro di discussione sugli stereotipi di genere in quella serie fatto in modo semplice, in prima serata e che posso testimoniare guardano le stesse persone che apprezzano striscia la notizia. Tutti pazzi per amore arriva dove un sermone pedagogico e coltissimo non è in grado di arrivare.

  44. @lorella zanardo
    io la guardo la tv.
    mi piacciono i film, le serie fatte bene, seguo qualche sport (non il calcio), qualche programma di satira o di attualità, insomma, scelgo.
    se non c’è niente che mi interessa, spengo.
    se invece per “guardare la tv” intendi accendere l’elettrodomestico e cercare al ribasso il programma meno peggio, no, questo non lo faccio più..
    già è così col voto, mi basta…

  45. da buona ultima, mi permetto di osservare: Lorella Zanardo guarda il bicchiere mezzo pieno, e Paola Zaretti il bicchiere mezzo vuoto, e tutte e due hanno ragione, e così autrici e autori di molti altri commenti, che apportano notazioni acute e concetti interessanti. Alcune/i di loro si collocano nella prospettiva che mi sembra quella proposta da Giovanna Cosenza: guardare al bicchiere e al servizio da dodici di cui fa parte. La mia impressione personale è che “Fiorello” faccia parte, volente o nolente, del progetto “vintage” anni ’50 (v. Lipperini), in embrione nei centri di produzione della cultura di massa italiana: esaurito il trentennale progetto “tettaculismo”, adesso diamoci una compassata e, invece di superarlo di un balzo, approdando all’Europa degli anni dieci del 2000, torniamo all’Italia degli anni ’50. Non è detto che il progetto sia incontrovertibile, eh: Giovanna Cosenza, e Lorella Zanardo, e tutte le altre, ci stanno apposta. Buon lavoro a tutte e a tutti, sarà dura 🙂

  46. Io sono sempre ben contenta di non sentire il bisogno di guardare la televisione…ho guardato forse 15 minuti una volta il programma di cui parlate: trovo che fiorello sia un bravo presentatore con evidente passato da animatore turistico, uno che cerca di piacere a tutti, che riesce a mettere d’accordo migliaia di persone restando brillantemente sulla cresta della banalità (persone in teoria di vedute diverse, ma accomunate dal desiderio irrinunciabile di distrarsi-dai problemi personali, o nazionali, o universali…).
    Scusate, ma alla fine l’appiattimento del cervello non è sempre questo? Com’è che tra questi commenti trovo tante voci che credevo anticonformiste, intellettualmente impegnate da mane a sera? Allora proprio tutti finiscono le giornate seduti sul divano, aspettando che a qualche autore televisivo venga una buona idea per tirare le 23, appena al di sopra della spazzatura? D’accordo guardare la televisione per stanchezza – d’accordo guardare la televisione per, diciamo, informarsi – d’accordo guardarla per farsi un’idea disinteressata di ciò che piace agli italiani -; ma qui succede altro: salta fuori quella stanchezza (o debolezza) che porta il senso critico ad annebbiarsi e, infine, anche le menti più libere ed esigenti ad accontentarsi.

  47. Mi pare un po’ forzato associare il modo assolutamente non sessista di Fiorello di trattare le donne al clima politico attuale e progetti. Chi lo seguiva in radio sa che non è certo una novità (come diceva anche zauberai), anzi, riusciva sempre a valorizzare l’intelligenza delle sue ospiti, che l’ascoltatore scopriva a volte inaspettatamente brillanti. Ricordo anche alcune lunghe telefonate tra Fiorello e una suora sua ex compagna di scuola e come lui riuscisse a non far apparire fuori luogo i temi affrontati ma a valorizzarli, pur nel contesto di una trasmissione di intrattenimento. Ben vengano quelli come lui.

  48. Ciao Giovanna, ti segnalo questo intervento di Francesco Merlo su Repubblica
    http://video.repubblica.it/dossier/crisi-italia-2011/fiorello-pensiona-berlusconi/82708/81098
    Sembra sostenere una tesi antitetica alla tua. Ovvero, Fiorello è l’antiberlusconi. Il partito della normalità (il famoso paese normale di Dalema) sta finalmente cancellando le residue tracce di Berlusconismo. Sì, per quelli di Repubblica, il giorno dell’insediamento di Monti l’Italia era già cambiata, sono bastate poche ore e devo confessare che anch’io ho attraversato la frontiera di corsa, ansioso di raccogliere un po’ di quegli zecchini che da qualche settimana crescono sugli alberi di tutta Italia.
    Come sottolineato da Merlo gli italiani hanno voglia di normalità, hanno ancora voglia di coca e prostitute, però non in primetime, facciamo dopo cena quando i figli sono a letto e la moglie magari guarda Fiorello oppure Mentana. Basta eccessi, basta anche con Santoro (infatti è in calo) e con quel rompiballe di Lerner. Era un mondo troppo rock. Ora basta, vogliamo una vita tranquilla, sederci sul divano come una volta e guardare il canale unico nazionale.
    Come hai giustamente osservato tutto ciò è funzionale ad un clima di ricostruzione postbellica del centrodestra.
    E’ un gattopardesco cambiare tutto per non cambiare niente.
    Ciò non toglie che Fiorello possa divertire anche chi ha una visione critica e distaccata.
    A me sicuramente non piace, non mi fa ridere, mi da ai nervi vedere come ce la mette tutta, vuole che io rida ad ogni costo, mi ricorda quando si stava al catechismo e il maestro raccontava una barzelletta da preti. Non faceva ridere nessuno ma si sorrideva perché era comunque meglio della parabola del buon samaritano. Poi uscivamo e dietro alla chiesa c’era una baracca dove qualche anima pia teneva nascosti i fumetti porno di i fix tchen tchen e ci riconciliavamo con il mondo la fuori, che non aveva nulla, ma proprio nulla di evangelico. Insomma tira aria di riflusso e di perbenismo. Oggi, la maggior parte degli italiani non hanno né gli strumenti , ne la voglia, né l’abbonamento per andare su Sky, Comedy central o quant’altro. E allora, avanti, facciamo allora un altro fioretto a gesù bambino, anzi un bel Fiorello.

  49. “Per rivedere tutta la puntata di «Porta a Porta» di ieri, questo è il link al sito della Rai.” MA TU CI VUOI MALE! 😀

  50. “Il più bello spettacolo dopo il week end” di Fiorello mi piace perchè non pontifica e valorizza la gente comune, il giornalaio, il pensionato, il gruppo di twitter. Nell’ultima puntata Fiorello ha affrontato il tema del sabato sera . Ha cercato sua figlia a notte alta in un locale a Ponte Milvio e la descrizione dell’ambiente è stata uno spasso. Sono partigiana perchè questo gruppo di artisti (Morandi,Dalla, Fiorello) sono della scuderia di Bibi Ballandi, del Sasso (Bo) , che riesce a fare spettacoli di qualità e riuscito share. Morgano e Dariso mettono alla berlina un modo cannibalesco di avventarsi sugli esordienti. I duetti con Tom Bennet e Michel Bublè sono stati di gran classe. La cultura nazional popolare è questa : parlare il linguaggio della gente e riuscire a trovare dei comuni denominatori. Nel descrivere i rapporti erotici di Vespa Fiorello è stato uno spasso. Bravo! Aspetto lunedì…

  51. Pingback: Mizzica Fiorello! | Il corpo delle donneIl corpo delle donne

  52. Non guardo Fiorello, perchè non mi fa ridere, anzi se penso alla crisi che ci schiaccia e ai tre milioni di euro a puntata che costa, mi vengono le lacrime agli occhi, ben sapendo di quante necessità abbiamo bisogno in questo periodo di crisi e di quante persone bisognose che ci sono e che non hanno di come scaldarsi e non riescono a pagare le bollette.
    Non vi pare giusto che l’austerità debba coinvolgere anche la Rai e non solo noi e quindi fare miglior uso dei nostri soldi?

  53. La consapevolezza che l’Italia non ha più futuro e nei decenni successivi cadrà sempre di più nella mediocrità e nel declino è dovuta proprio a queste trasmissioni e al successo che hanno nelle masse, ma si può stare incollati alla tv ha guardare Fiorello con le sue battutine cretine e di livello culturale basso?
    Mentre tutti i media lo incensano come il salvatore, ma poi salvatore di che?
    Stiamo parlando di un programma banale tra l’altro di concezione vecchia di almeno 50 anni, sinceramente il classico mezzo di distrazione di massa, da Monti e dalla crisi e il vero problema è che gli italiani ci sono cascati con tutte le scarpe.
    L’Italia è proprio una nazione senza più risorse, io se ci riesco almeno un anno me lo faccio in Australia, purtroppo poi torno.

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