A margine del coming out di Tiziano Ferro

Giovedì 7 ottobre è uscito su Repubblica un pezzo di Gino Castaldo e Vera Schiavazzi sul recente coming out di Tiziano Ferro. Poiché il giorno prima Vera Schiavazzi mi aveva fatto una breve intervista sull’argomento, l’articolo comincia con le mie parole.

A integrazione di quanto si leggeva su Repubblica (vedi sotto), aggiungo alcune note sugli aspetti comunicativi dell’evento:

(a) Come ho detto nell’intervista, il momento e i modi del coming out di una pop star non sono mai né casuali, né (solo) legati a necessità psicologiche o personali. A riprova, ricordo che:

  1. il coming out è avvenuto su Vanity Fair, con tanto di copertina dedicata;
  2. è prevista il 20 ottobre l’uscita del libro autobiografico di Tiziano Ferro «Trent’anni e una chiacchierata con papà» (Kowalski, gruppo Feltrinelli): la chiacchierata è, appunto, quella del coming out;
  3. dal 29 ottobre uscirà in edicola con TV Sorrisi & Canzoni e il Corriere della Sera una raccolta di 4 CD del cantante, con l’aggiunta di un volume su di lui e del DVD Alla mia età – Live in Rome (vedi anche: Tiziano Ferro: il libro bianco della sua vita e Tiziano Ferro con il Corriere).

Tiziano Ferro, Trent'anni e una chiacchierata con papà

(b) La campagna contro l’omofobia della Presidenza del Consiglio (agenzia Young & Rubicam Italia) a cui fa riferimento l’articolo di Repubblica non è nuova, ma è stata lanciata l’anno scorso. Dal mio punto di vista è sbagliata per diverse ragioni, che ho spiegato nel’articolo Lo spot contro l’omofobia della Presidenza del Consiglio, del 16 novembre 2009.

(c) Sul cosiddetto “sdoganamento” dell’omosessualità e del transgender al Grande fratello, il 15 febbraio 2010 avevo scritto l’articolo LGBT al Grande Fratello.

Detto questo, credo che sia molto più utile per la diffusione in Italia di una cultura autenticamente non omofobica l’operazione comunicativa e commerciale di Tiziano Ferro della mesta campagna della Presidenza del Consiglio.

E ora prova a leggere (o rileggere) in questa luce tutte le dichiarazioni riportate qua sotto, da Caterina Caselli a Mara Maionchi (entrambe consapevoli dell’operazione commerciale), da Nichi Vendola (che la butta sul personale, coerente al suo stile comunicativo) a Franco Zeffirelli (che, provocando, vuole solo attirare l’attenzione su di sé).

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LA RIVOLUZIONE DEL COMING OUT. QUANDO LA STAR SVELA IL SUO SEGRETO

di Gino Castaldo e Vera Schiavazzi (Repubblica, 7 ottobre 2010)

ROMA – Le giovanissime fan? Se ne faranno una ragione. Da ieri hanno la serena certezza che Tiziano Ferro non potrà mai essere il loro fidanzato. Ma un buon amico, questo sì, anzi, quell’ amico più caro di tutti che ogni donna sogna di avere. Giovanna Cosenza, semiologa all’Università di Bologna e instancabile analista di messaggi e campagne, ne è convinta:

«Il suo dichiararsi gay non è arrivato per caso, cose del genere si studiano a lungo e hanno a che fare con l’immagine specifica di un artista. E, nelle sue canzoni, si parla d’amore, di felicità, di tormento, non di sesso: ecco perché non perderà le ammiratrici, a differenza di altri artisti, come Ricky Martin, che mandavano un messaggio più esplicito e hanno deluso il pubblico femminile».

Il coming out di Tiziano Ferro arriva proprio mentre una campagna del ministero per le Pari Opportunità occhieggia sugli autobus delle grandi città: c’è una scheda simil elettorale con tre opzioni, ‘eterosessuale’ , ‘omosessuale’ e ‘non importa’, e una croce rossa tracciata su quest’ultima. Come a dire: problema risolto.

Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e candidato alla leadership del centrosinistra chiosa: «È la vita che rivendica i suoi spazi. Nulla di eroico ma c’è una grande dignità nel gesto di Tiziano, che rappresenta un passo avanti di civiltà per il nostro paese».

Ma le voci che arrivano dallo spettacolo sono ancora più rilassate: «Glielo avevamo chiesto tanto tempo fa, per noi non era rilevante, ma allora lui non aveva voglia di parlarne – racconta Mara Maionchi, oggi nota come giudice a X Factor ma anche storica produttrice musicale – In realtà non è così importante, era lui che aveva questo problema. E non credo che pagherà un prezzo per questo, a meno che non faccia dischi sbagliati. Ma lui è un grande artista, e le voci a lungo andare fanno peggio della sincerità».

È d’accordo una collega autorevole come Caterina Caselli: «Non credo proprio che possa danneggiarlo. Non è più come un tempo, per fortuna, ci sono meno pregiudizi, anzi, perché soffrire? Credo che le persone siano sensibili, e lui parla a cuore aperto, si capisce quando c’è una verità. Lo rispettavo prima e lo rispetto ancora di più ora, non c’è una esibizione, c’è una sofferenza vissuta per tanti anni».

E che l’Italia sia pronta, in televisione e fuori, lo conferma la stessa Cosenza: «La prova? È nell’edizione del Grande Fratello che ha sdoganato in un colpo solo un gay conclamato, un bacio saffico scambiato soprattutto per compiacere i maschi eterosessuali, e un trans».

Applaude anche Vittorio Lingiardi, psichiatra, docente, autore di “Citizen gay” (Il Saggiatore): «Il coming out è un grande passo avanti per la libertà personale, consente agli individui da uscire da una situazione di doppiezza che, alla lunga, diventa in sé patologica. Non può esserci benessere se si custodisce un segreto tanto profondo». Non è un obbligo, ma una chance, avverte il terapeuta: «Il percorso può durare anche molto a lungo, procedere per cerchi concentrici, e alla fine si scopre, come ha detto lo stesso Ferro, che il diavolo è meno brutto di quanto si immaginava».

Chi ci è passato lo sa: «Lo trovo rasserenante, come se ci fosse una crescita – dice Andrea Occhipinti, attore e produttore con la sua Lucky Red – Certo esistono condizioni ambientali diverse per ognuno, ma l’ostacolo più importante è sempre con te stesso: quando riesci ad accettarlo tutto il resto viene naturalmente. Il consiglio agli amici è: consolidare prima la cerchia intima e poi a raggiera ampliare la cosa. Il prezzo da pagare? A me come produttore non è cambiato niente. È più complicato per un attore: Rupert Everett ne è stato sicuramente danneggiato, se Clooney lo ammettesse forse ne avrebbe un danno. Ma a Ian McKellen non è successo».

E un altro attore, Leo Gullotta, aggiunge: «avevo colto questa insofferenza, avvertivo una sorta di ritiro. Io l’ho vissuta con più serenità, anche grazie all’ educazione che avevo ricevuto, una famiglia di operai, dove le persone erano rispettate, sono sempre stato sereno. Il coming out? Non ho fatto nulla di particolare, semplicemente un giorno in tv me l’hanno chiesto e io ho detto la verità». Il pubblico? «Lo apprezzeranno di più, apprezzeranno la sincerità. Non conosco Tiziano di persona, ma è un artista squisito, mi fa piacere che una persona come lui oggi si senta più libero. Facciamo pubblicità: mamme fate felici i vostri figli».

Tra tanto miele, la nota dissacrante arriva da Franco Zeffirelli. «Tiziano Ferro? Per me è uno sconosciuto a cui auguro di trovare un’armonia al di là delle sue abitudini sessuali. Se uno racconta la sua vita, come ho fatto io dieci anni fa, e ho ammesso anche di avere avuto esperienze con uomini, non fa più né caldo né freddo, è quasi una ragione di vanto: io sono speciale e vado anche con gli uomini. Non è più da coraggiosi, non è più merce da diffondere. Simpatizzo, ma francamente non me ne frega nulla, è uno sconosciuto e, a meno che non ci sia un dramma, è uno che vuol farsi pubblicità, e anche a buon mercato». Il giorno dopo, qualcuno è già oltre.

GINO CASTALDO, VERA SCHIAVAZZI

9 risposte a “A margine del coming out di Tiziano Ferro

  1. Mara Maionchi racconta:” Glielo avevamo chiesto tanto tempo fa, per noi non era rilevante, ma allora lui non aveva voglia di parlarne” e dove l’avrebbe raccontata questa cosa? Ma se ha sempre detto che lei è contraria alle rivelazioni sessuali da parte dei suoi artisti, e poi da produttrice anche se l’avesse saputo col cavolo che gli avrebbe permesso di dirlo…ma che fa ora anche la Mara specula su questa storia, è proprio vero allora che XF quest’anno va veramente maluccio!

  2. Giovanna, so bene di essere fuori “target” per i messaggi che di solito vai analizzando e so anche che Zeffirelli fa di tutto per essere “simpatico come la sabbia nelle mutante” (cit.), ma sottoscrivo in toto la sua *ultima* frase. Certo, siamo tutti felici del suo coming out, fa bene alla causa (boh?), eccetera, ma penso che la maggior parte delle persone abbia dedicato a questa notizia molto meno di 5 minuti una tantum. Poi, chi già sentiva Ferro ha continuato a sentirlo e chi no, ha continuato a non sentirlo.

    Ferro è un artista, una persona affermata, ha già selezionato il suo pubblico. Quale sollievo può dare l’esperienza di Ferro a chi ha problemi veri ed è una persona “normale”? Sinceramente non so.

  3. ciao prof, in un pomeriggio di noia sono capitata su pomeriggio cinque o verissimo, non ricordo, e il diretur signorini si lanciava in una spiegazione della differenza fra coming out e coming che sinceramente non ho capito…

  4. Mi sembra come dici tu un”operazione utile alla causa, specie per i cinque minuti di cui parlano Zeffirelli e Comizietto. Cinque minuti d’oro zecchino, dal momento che gli omosessuali ricchi – categoria a cui Zeffirelli appartiene – specie gli omosessuali ricchi et artisti, sono esposti a forme discriminatorie molto più soft di quelli che invece nascono in altri contesti con altre vite e altri mestieri. Quello che voglio dire è che a me me ne frega poco e di Zeffirelli e di Tiziano Ferro, ma per ognuno di loro che mediaticamente e opportunisticamente fa outing, abituando l’opinione pubblica a stili di vita diversi da quelli solitamente battuti, l’immaginario collettivo si modifica e modifica anche il modo di giudicare i propri vicini di casa. in questo senso è molto più efficace una bella foto su “Chi” piuttosto che un bel saggio in tema di qualche intellettuale sofisticato.
    No anche io sono per il ben venga (poi se Zeffirelli facesse delle cose di qualità proporzionali alle sue provocazioni, chi sa sarei persino meglio disposta nei suoi confronti. Questo era un mio piccolo o.t.)

  5. comizietto: ti ha risposto zauberei in mia vece, sono d’accordo con lei.

    Fra parentesi: si dice “coming out” e non “outing”, zaub, vedi la voce di wikipedia che ho linkato a bella posta, perché fosse chiara la differenza.

    Lo so che molti giornalisti dicono “outing”, ma sbagliano. Chiedete a qualunque omosessuale che abbia un minimo d’impegno nella difesa dei diritti delle minoranze.

    Micol, non ho visto Signorini ecc., ma secondo me stava spiegando quello che ho appena detto: la differenza fra “coming out” e “outing”, appunto. Vedi alla voce di wikipedia. 😉

  6. Grazie Giovanna!
    Ignoravo micidialmente questa distinzione. Mi pareva solo una spaghetti abbreviazione! (tuttavia penso che la confusione la facciano in molti. Ma posso capire il fastidio che genera)

  7. S., certo che NON è un problema!

  8. Pingback: Riposizionarsi con una canzone: storytelling e coming out | Goodbyezero

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