Sciacallaggio politico-mediatico

Fra i commenti sul blog di Rainews 24, ieri mattina ho pescato quello di Fabrizio, che a proposito del disastro in Abruzzo dice:

«Sono abruzzese, della provincia dell’Aquila ma vivo in Veneto. Quando accadono queste tragedie i politici non dovrebbero mai parlare. L’unico che dovrebbe farlo è il Presidente della Repubblica, che rappresenta l’unità nazionale. Le notizie dovrebbero essere fornite da chi coordina i soccorsi: Protezione Civile, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, ecc.

Non è giusto:

1. guardare in televisione il ministro Carfagna parlare di come il suo Ministero sia vicino alle donne colpite dal disastro;

2. sentire il ministro Gelmini rassicurare la popolazione che i ragazzi non perderanno l’anno scolastico;

3. che i ministri Maroni, Matteoli e il presidente Berlusconi partano da Roma con un aereo o con una macchina che poteva essere usata per portare medicine, sangue, acqua, utili a salvare anche solo una persona;

4. che tutte queste persone vadano in TV a dire che offrono il loro sostegno, e che lo dicano vestiti in giacca e cravatta davanti a una telecamera.

Non sono solo queste le cose ingiuste. Ma adesso parlare non serve più.»

L’opinione di Fabrizio è molto radicale e un po’ utopistica: i politici devono comunque svolgere un ruolo di rappresentanza, sui media e in loco. Il loro totale silenzio, oltre che impossibile, sarebbe un errore. Ma il commento esprime un disagio che tutti abbiamo provato guardando la tv generalista di questi giorni, ed è per questo che l’ho scelto.

Insomma parlare si deve, il problema è come. E con quali obiettivi.

E allora diciamolo senza mezzi termini: è da lunedì che il confine fra la notizia e la sua strumentalizzazione di parte viene sistematicamente violato. Anzi, se hai eccezioni positive da segnalare, ti prego di farlo subito, perché ho la nausea da due giorni e mi piacerebbe attenuarla.

Il colmo è questo sfoggio di ascolti e share da parte del Tg1 delle 13.30 di ieri, da molti segnalato su Facebook.

12 risposte a “Sciacallaggio politico-mediatico

  1. Ahimé, lo sfoggio di indici d’ascolto e share si è ripetuto nell’edizione del TG1 delle 20.00 di ieri, dove l’unica notizia che è stata data, oltre alla copertura sul terremoto, era quella relativa alle dimissioni di Riotta e agli ascolti totalizzati con lo speciale di Vespa il giorno precedente. Da parte mia posso solo dire che non ne sentivo il bisogno, in questo momento, della guerra dell’Auditel. Mi va bene che ci sia quando a essere chiamati in causa sono Amici e X-Factor, mi va molto meno bene che ci sia in questi giorni. Anche perché la Rai, finché non smetteranno di farmi pagare il canone, è un servizio pubblico e mi deve informare sulla tragedia dell’Abruzzo senza preoccuparsi degli indici di ascolto, perché quello è, in questo momento, il suo compito istituzionale.
    Sono infine d’accordo con Giovanna, è giusto che Berlusconi e gli altri ministri si rechino sul campo. Se poi oltre alla demagogia e alle parole ci fossero anche i fatti…

  2. Se non erro, nell’ambito del suo discorso Berlusconi ha invitato le famiglie degli sfollati a spostarsi sulla costa e andare un po’ al mare…

  3. Secondo me fa parte del sciacallaggio mediatico la spettacolarizzazione della tragedia in ogni sua forma, anche in quella apparentemente più insignificante, come la scelta (da parte dei nostri peggiori tg) di aggiungere un sottofondo musicale drammatico, preferibilmente un malinconico pianoforte, alle immagini dei servizi dall’Aquila.

    A mio parere l’uso di ogni suggestione retorica dovrebbe essere messo al bando dagli organi di informazione durante questo genere di tragedie. Almeno finchè sono ancora “fresche” trovo che la sobrietà sia d’obbligo.

    Da questo punto di vista mi ha dato particolarmente fastidio l’articolo su Repubblica.it firmato da Paolo Sorrentino “L’occhio del regista tra le macerie”. Il regista a quanto pare ha già girato un documentario sul terremoto. Forse aveva paura di trovare un’atmosfera un po’ guastata se lo avesse girato fra qualche mese…

  4. in Italia il potere esecutivo spetta al governo e non al presidente della repubblica, quindi il governo ha il diritto/dovere di comunicare alla nazione cosa è successo e cosa intende fare. Per quanto riguarda i dati di ascolto: l’autocelebrazione non andava fatta ma è interessante rilevare il comportamento della gente nel caso di un’emergenza: la stragrande maggioranza della gente ha preferito rai1 a canale5 e la7

  5. Concordo con Rowena e Hamlet; Berlusca è il potere esecutivo. Deve essere presente!! Che poi avrebbe preferito essere a far baldoria nella dacia di Putin è un altro discorso…

  6. la Tv usa le tragedie così come sta usando i reality. Si è annientato il confine tra l’informazione e l’intrattenimento a favore delle entrate pubblicitarie.
    L’annuncio degli ascolti da parte del Tg1 è uguale alle donne dei clan che all’arresto di un loro affiliato (marito/figlio/nipote) inveiscono contro le forze dell’ordine.
    Sono messaggi, puri e semplice messaggi rivolti a chi li deve recepire.

    Frà | di-sperso più che mai.

  7. la Tv usa le tragedie così come sta usando i reality. Si è annientato il confine tra l’informazione e l’intrattenimento a favore delle entrate pubblicitarie.
    D’accordo con di-sperso.
    Appena visto il video su YouTube mi è giunta la nausea. Bel congedo di Gianni Riotta. Adesso se lo sorbiranno al Sole 24 ore sempre se la confindustria non ha avuto la mia medesima reazione

  8. Anghelos, Berlusconi invitava le famiglie a spostarsi verso il mare semplicemente perché lo Stato ha messo a disposizione delle famiglie senza casa migliaia di posti letto negli alberghi della riviera abruzzese (dalla quale provengo e domani andrò a fare animazione per i bambini in albergo).
    Io personalmente credo che più di così e meglio di così, fino ad ora, il Governo non poteva fare. Parlo solo di questi tre giorni ovviamente, perché chi ha governato il nostro paese per decenni ha grandi responsabilità sulle questioni relative all’ospedale e agli edifici di recente costruzione che sono venuti giù come niente.
    In quanto all’informazione, anche noi dobbiamo saper scegliere cosa vedere. Non mi sembra che Vespa stia facendo male (tra l’altro si parla della sua città), mentre quando vedo il direttore di Studio Aperto già mi viene il voltastomaco.

  9. Però sulla rappresentanza in loco delle personalità avrei un po’ da ridire: Dubito fortemente che nelle prime ore sia di aiuto pratico un Politico a caso che ha bisogno di scorta e body guard personali per muoversi, creando altro caos.

  10. io ho abbastanza apprezzato quel poco di Exit (La7) visto ieri sera. Tranne quelli di Sgarbi, interventi puntuali e significativi (es.: l’ospedale crollato era sì appena inaugurato, ma la progettazione risaliva agli anni ’50 e la costruzione è durata 30 anni). Oltre allo sciacallaggio à la Studio Aperto -sottofondo, peluche, ecc- direi abbastanza vergognosa anche la favoletta dell’eroe solitario che aveva previsto il terremoto contro la spectre/scienza ufficiale. Il caso Di Bella ha insegnato poco.

  11. da nani, balerine e ruffiani (scusate se cito grillo) penso che a livello mediatico non ci si possa aspettare altro, dato che questo è quello che abbiamo e non un governo a parer mio. concordo sul fatto che si siano comportati bene a livello di soccorsi e aiuti (anche se suppongo più per merito delle singole organizzazioni che per la gestione dall’alto), ma fare propaganda sul fare bene il proprio DOVERE è rappresentativo della solita pochezza estenuante di quei signori.

  12. Ho un’eccezione positiva da segnalare: ecco un altro punto di vista sul ruolo dei media durante la tragedia del terremoto in Abruzzo. Questa volta positivo, però.

    Da un inviato de ‘La Repubblica’ DANIELE MASTROGIACOMO – 9 aprile 2009
    “C’è bisogno di tutto. Ci sono da distribuire gli indennizzi a chi è rimasto senza casa; a chi ha avuto gravi lutti in famiglia, a chi ha perso il lavoro, il negozio. A chi è anziano, ammalato e non è in grado di sostenersi. Cose concrete, pratiche. Utilissime in queste ore di piena emergenza. I MEDIA, criticati per la loro presenza quasi ossessiva, alla fine hanno svolto un compito fondamentale. Hanno segnalato le prime distorsioni, le priorità indicate dagli sfollati, l’aumento dei prezzi indiscriminato, la fiscalità di banche e società di servizi nel pretendere il pagamento di rate e bollette anche davanti alla tragedia. Non si tratta di una difesa d’ufficio. Ha prodotto subito delle iniziative”. (http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-2/ricostruzione-anni/ricostruzione-anni.html)

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