Trovare lavoro con la presenza in rete e con un cv innovativo

Lo ha spiegato tempo fa anche Giampaolo Colletti in un articolo su Nòva 24:

Forse andrà in soffitta il vecchio curriculum, ormai obsoleto. Perché anche in Italia nell’era dei social network le aziende entrano in rete per ingaggiare i futuri collaboratori. Questa rivoluzione digitale nella selezione del personale, combattuta a suon di post, tweet e check-in, coinvolge non solo le multinazionali. Sono sempre più numerose le medie imprese disseminate sul territorio che si affidano al web per arruolare talenti. […]

Social media

Da [una] recente ricerca condotta dall’Università Bocconi emerge come il 76% delle imprese consideri strategica la presenza sui social network. La rete, tuttavia, mantiene un peso relativo: le informazioni raccolte online influiscono solo in parte sulla decisione di procedere alla convocazione di un colloquio (68%) o all’assunzione (64%). […]

Oltreoceano l’e-recruitment è molto più spinto e c’è già chi ha suonato il de profundis non solo per il vecchio cv, ma addirittura per il colloquio. Un’inchiesta pubblicata dal Wall Street Journal racconta come oggi sia la rete a fare la differenza. I dirigenti di Union Square Ventures – fondo americano con importanti partecipazioni nei colossi delle nuove imprese digitali, da Twitter a Foursquare – hanno dichiarato al WSJ: «Nessun curriculm, grazie. Ai candidati chiediamo di inviarci soltanto qualche link per valutare la presenza su internet». Nell’anno appena passato Google ha deciso di assumere 7mila nuove risorse non con un classico colloquio (delle cui modalità si parla a pagina 49), ma con una serie di questionari strutturati rigorosamente online. E per il colosso di Mountain View la selezione è partita da due milioni di curricula ricevuti. Pescare talenti nella rete resta comunque un’operazione complessa» (Giampaolo Colletti, I nuovi talenti si cercano on line).

In quest’ottica studiare una forma innovativa di autopresentazione, mirata all’azienda in cui ci si vuole inserire e al ruolo a cui si ambisce, può fare la differenza. Specie se si punta a un’azienda che lavora coi new media.

Guarda ad esempio il video curriculum con cui Damiano si propone a Blizzard, la casa di produzione di World of Warcraft, sperando di poter lavorare con loro alla localizzazione italiana. Realizzare una videopresentazione del genere non è facile, perché il rischio di cadere nell’autocompiacimento e nel bamboleggiamento è alto. Il prodotto di Damiano presenta qualche ingenuità, ma nel complesso è fresco e carino. Non male. Se fossi in Blizzard, lo prenderei in considerazione per un colloquio, facendo la tara all’inesperienza dovuta alla giovane età.

Riuscirà il nostro eroe? Io glielo auguro. Nel frattempo ho deciso di postare il suo tentativo, perché sia di ispirazione ad altri come lui. E intanto, in bocca al lupo! 🙂

24 risposte a “Trovare lavoro con la presenza in rete e con un cv innovativo

  1. icittadiniprimaditutto

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  2. Sarebbe interessante capire cosa si intende esattamente per presenza online…Ho trovato qui
    http://www.businessinsider.com/3-things-recruiters-check-for-on-your-social-media-profile-2011-10
    un interessante articolo in riguardo…Mi chiedo se è sufficiente per un datore di lavoro basarsi sulla scelta dei candidati in base ai contenuti postati e alla rete di collegamente di cui si fa parte. Secondo me questo vale per determinate professioni, legate al mondo della comunicazione e dell’IT, ad esempio un programmatore o grafico può creare il proprio ‘porfolio’ online, quale strumento migliore il web per promuovere se stessi e il proprio lavoro, ma in altri settori (ad esempio la sanità) la cosa si fa più problematica: mettiamo che io sia un’infermiera, come faccio a dimostrare la mia competenza e abilità specifiche nel trattare con i malati terminali?
    Intravedo il rischio di una selezione ‘basata sull’apparenza’.
    Mi pare migliore invece la soluzione di scremare i candidati via questionari online, magari con la risoluzione di piccoli problemi. Si risparmierebbe tempo e denaro, almeno per i candidati.

  3. ihihi ora ci mette pure te nella presentazione che parli di lui e dici che è gajardo:) Allora te devi cambiare il post…. ihihihi:)

  4. E c’è chi, col social network, e in particolare con Youtube, ci trova lavoro, e che lavoro…!!
    http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/03/26/news/youtube_un_due_tre_stella-32205004/?ref=HREC2-14

  5. Ottimo articolo illuminante!

  6. grande damiano, l’ho conosciuto alcuni mesi fa online facendo ricerche per la tesi. si è laureato con un progetto di un’applicazione smartphone per l’università di Padova. mi era sembrato un ragazzo molto in gamba. e infatti!

  7. Mah, sarà… secondo me non basta.
    Non illudiamoci: non è facile trovare lavoro. Punto.
    Nemmeno con una presenza in rete notevole e positiva.
    Questa almeno è la mia esperienza…
    Comunque sono d’accordo nell’escogitare nuove forme di presentazione; e in questo i giovani sono avvantaggiati.
    Soprattutto quelli con talento 🙂

  8. se fossi un recruiter e invece di dare un’occhiata veloce a cv eo sommari su Linkedin, dovessi sorbirmi 20 (50? 100?) video al giorno, mi cercherei un altro lavoro.

  9. 1-Attenzione alla reputazione sui social network. Il diario di facebook insegna che viene ripescato tutto, ma proprio tutto, nel bene e nel male

    2-Segnalo alcuni strumenti carini come le infografiche personali e i qr che rimandano a un blog personale.

    Per finire piccola nota personale: il mio ultimo colloquio (per uno stage che poi si è trasformato in contratto) l’ho fatto via Skype.

  10. Here is my CV: http://andreasmoser.wordpress.com/cv/
    I find a lot of freelance work (mainly translations) over the internet, also through the two websites indicated on my CV.

  11. Siccome lavoro nella localizzazione dei videogiochi e partecipo alla fase di recruitment, personalmente trovo un cv del genere inutile: non dice a quale tipo di lavoro fa richiesta (traduttore? QA? altro?), non dice quale professionalità/skills abbia (ha studiato lingue alle superiori? quindi? ha studiato media all’università? forse non è esattamente quello che fa per me).

    Certo, se la cava con l’editing dei video, ma di quello che serve a me nel mio team per lavorare non dice niente. Vedo però un ragazzo che si sa mettere in mostra, e questo non so se sia un bene o un male…

  12. Articolo interessante. Certo oggi forse i videoCV sono solo un modo per emergere dall’anonimato, per distinguersi dagli altri, quello che una volta veniva fatto cercando di personalizzare il CV cartaceo (ricordo che per un periodo in gioventù inviavo CV su carta colorata).
    Quando però questo sarà diventato uno standard cosa ci si inventerà?

  13. il vecchio curriculum e il vecchio colloquio di lavoro sembrano aver lasciato il tempo che trovano anche perché oggi sanno come mettere le informazioni su un pezzo di carta o rispondere alle domande di un selettore. Alcuni tagliatori di teste usano delle simulazioni. Il web è perfetto per capire un po’ anche il “mondo” del professionista, i suoi interessi, la sua partura mentale, la sua Weltanschauung. Esistono interi social network basati sulla promozione professionale in rete, come LinkedIn, Viadeo, Link2Me, Naymz…

  14. Se dovessi dirti faccio molta selezione per lavoro e non mi è mai capitato in italia di qualcuno che mi mandasse un video cv, anche se lo chiedo spesso.
    All’esterno neppure, ma all’estero tutto si muove su network e social ed oggettivamente è molto diverso l’approccio. Non è sempre meglio, ma dovremmo prendere qualche spunto…

  15. La presenza in rete, per chi vuole operare nel settore nuovi media è fondamentale per giustificare confidenza con le piattaforme. Personalmente ho rilevato qualche beneficio.
    Ma se fosse solo un paradigma creato ad hoc?

  16. Innanzitutto un enorme grazie a Giovanna per l’apprezzamento del video, l’in bocca al lupo (crepi!) e per averlo usato come esempio. Naturalmente, come lei stessa dice, non è un videoCV perfetto, ma devo dire che per i tempi che avevo (molto limitati) e per la poca esperienza sono piuttosto soddisfatto del risultato.

    Volevo anche collegarmi a quando ha detto Giorgio (che spero non me ne abbia, essendo un professionista), che giustamente ha notato come non abbia espresso nessuna preferenza riguardo alla posizione. La spiegazione di questa scelta è dettata dal fatto che penso di avere la flessibilità necessaria per essere introdotto e apprendere velocemente diversi “filoni” professionali (traduzione, testing, QA) senza tra l’altro escludere il supporto alla comunità italiana di videogiocatori.

    Riguardo alle competenze, sicuramente le ho espresse in forma molto coincisa – era molto importante per me stare entro i 3 minuti massimi dell’attenzione media del navigatore in rete.
    Come un CV normale del resto, che è un passo precedente all’intervista di persona, anche questo CV vorrebbe essere un segnale – con l’extra di una personalità che ho cercato di imprimerci, per far nascere un po’ di curiosità e permettermi di fare un’intervista.

  17. Non te ne ho assolutamente 🙂

    Considera che io non lavoro nelle Risorse Umane, quindi ti do un parere tecnico, ma non sono io il responsabile delle assunzioni. Non so niente di come la Blizzard lavora, quindi anche da quel punto vista ne so quanto te.

    Se vuoi la mia esperienza da insider: il dipartimento di HR sceglie i candidati seguendo due metodologie: scrutando il volo degli uccelli oppure leggendo le interiora di bue. In pratica vuol dire che non esiste un modo giusto per presentarsi, dipende da un sacco di fattori.

    Se vuoi lavorare in questo settore, può essere un vantaggio dire di essere un fan della Blizzard, spesso gli hard-core gamer sono favoriti. Ma sta attento, perché se ti capita uno come me potresti dare l’impressione di essere il ragazzo che ha passato un sacco di ore a grindare su WoW, invece che studiare e leggere libri (libri veri, non Harry Potter e le guide strategiche di JRPG) e per me questo è un pessimo biglietto da visita.

    Di ragazzi che giocano ai videogiochi ce ne sono milioni, di ragazzi che parlano e scrivono in italiano corretto pochissimi. Giuro: in fase di selezione il filtro più duro è la conoscenza dell’italiano. Per non parlare di quando si comincia a localizzare sul serio. Ho visto cose che se le racconto…

    Il mio commento era appunto per dire che una presentazione del genere a me personalmente non dice niente, né in bene né in male, ma io non assumo la gente per lavoro, quindi prendilo per come viene.

  18. Un consiglio: è sempre meglio indicare cosa si vuole fare, anziché dirsi disponibili per fare qualunque cosa. Lo so che agli inizi non si ha idea di cosa si vuole fare e si ha anche tanta voglia di provare, ma allora è meglio dire di essere disponibili a fare, per dire, traduttore o QA. Sono due opzioni, ma sono meglio di “qualunque cosa”.

    La sicurezza paga sempre. E se sei insicuro, MENTI, fai finta di sapere esattamente cosa vuoi. Tanto avrai tempo per cambiare.

  19. “Ho visto cose che se le racconto…” giorgio raccontaaaa! te lo chiedo in qualità di grammar nazi.

  20. Purtroppo ci fanno firmare degli NDA che nemmeno al programma spaziale dell’URSS…

  21. Rispondo in ritardo causa trasferimento a Dublino (ho deciso di provare a cercare lavoro qui).

    Giorgio, grazie mille dei consigli 🙂 Per quanto tu non sia nelle HR apprezzo molto il punto di vista di un insider e, anzi, ne farò tesoro se dovessi avanzare in fase di recruitment (dopo aver spedito CV + cover letter + video CV e incrociando le dita).

    Il fatto di specificare la posizione è verissimo e, sicuramente se dovessi fare un altro videoCV starò attento a dire cosa voglio fare. O ad inventarmelo 😀

    Sull’italiano sono d’accordissimo – mi è capitato di giocare a giochi con frasi a malapena comprensibili….che dire, spero di aver fatto tesoro dell’esperienza!

    NDA così severi, sul serio?

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  23. ecco per damiano come è finita! o cominciata… 😉

    Idealista, sognatore, illuso, ottimista

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