Se ce l’hai con Berlusconi, non c’entra niente dargli del «vecchio»

Dei mali del berlusconismo si parla molto. Meno di quelli dell’antiberlusconismo, che pure sono tanti. In questi giorni l’antiberlusconismo ha aggiunto un danno ai già molti che Berlusconi può lasciarci in eredità: l’invettiva contro i vecchi.

Lunedì sera Gad Lerner ha festeggiato i 70 anni di Bossi e i 75 di Berlusconi, con la domanda «Hanno fatto il loro tempo?». Dimenticando che lo stava chiedendo a signori come Umberto Galimberti, che di anni ne ha 70, e infatti era imbarazzato e ha fatto un intervento insolitamente farcito di stereotipi e banalità, contro il quale il «giovane» Massimo Corsaro, del Pdl, ha avuto gioco facile nel ricordare tutti i grandi vecchi e vecchissimi della letteratura e dell’arte che da sempre la sinistra ama, da Moravia a Monicelli.

E vogliamo dimenticare che Giorgio Napolitano ha 86 anni? Può piacere o meno, ma è sul suo equilibrio che si stanno giocando gli ultimi scampoli di credibilità internazionale dell’Italia. Ed è a lui che oggi la maggioranza degli italiani riserva la massima fiducia.

Poi ci si è messo pure Nichi Vendola, col discorso di martedì a Civitavecchia:

«Ci fa vergognare l’idea che quattro vecchi maschi un po’ rimbecilliti possano con la loro volgarità entrare nella politica e sporcarla tutti i giorni».

Non ci siamo: Berlusconi, Mora e Fede, che Vendola nomina uno a uno, non sono volgari perché vecchi, come l’invettiva suggerisce. Sono volgari perché, avendo molti soldi e potere, li usano per fare del corpo umano una tangente. Corpi soprattutto femminili, ma anche maschili, perché Lele Mora compra anche quelli. Tanto è vero che, nel novero, Vendola ci mette pure Tarantini, che vecchio non è.

Ma prendersela coi «vecchi» in generale cattura applausi facili e Vendola ci è cascato. Come puntare il titolo di una trasmissione sulla vecchiaia degli uomini di potere implica alludere alla loro mortalità, e questa può fare ascolti. È come dire «crepa!».

Ma è questo che vogliamo? Dire ai vecchi «crepa!» dimenticando che gli esseri umani non sono brutti o cattivi perché vecchi, né belli o buoni in quanto giovani? Dimenticare che il mondo è pieno di persone di 70-80-90 anni intelligenti, attive, generose, stracolme di esperienza da condividere, e che queste saranno sempre più numerose nei paesi ricchi del mondo, dove per fortuna la vita media si allunga?

Dimenticare che il mondo è pieno di «gggiovani» di 20-30-40 anni idioti e senza cultura, incapaci di alcunché?

Cioè: un essere umano non è buono o cattivo, bello o brutto, in base all’età. Non scordiamolo mai. E se oggi diciamo «crepa!» a qualcuno, stiamo gettando le basi affinché qualcuno, un domani, dica «crepa!» a noi.

37 risposte a “Se ce l’hai con Berlusconi, non c’entra niente dargli del «vecchio»

  1. il problema di vendola e anche di pietro è che basano la loro politica sull’antiberlusconismo senza andare oltre… è li che sbagliano

  2. Condivido interamente il tuo punto di vista. La situazione politica italiana è giunta ad un tale livello di gravità che non è più possibile fare questi attacchi banalmente “satirici”. Il dibattito dovrebbe vertere su fatti concreti, mancanze, lacune di questo governo e non sull’età, sull’altezza o sulla estetica di un premier. Di certo è molto facile farsi prendere la mano, perchè purtroppo gli spunti che Berlusconi dà sono tanti; ma non se ne può più di questo cabaret. E’ vero che anziano, così come anche Napolitano; ma non è la sua età a ridicolizzarci di fronte al mondo, semmai la sua condotta spregiudicata e il suo disprezzo per le Istituzioni democratiche. Vendola la finiamo di fare populismo? Per quello c’è già la Lega, grazie.

  3. Esattamente: siamo tutti fermi ai tempi della scuola, quando si prendeva in giro il compagno perché portava gli occhiali, l’apparecchio ai denti o vestiva “strano”. Infantili, ecco come siamo. Proposte, ci vogliono proposte, a questo punto. Ok, gli sbagli sono tanti, nulla va più come dovrebbe, ma dalla nostra classe politica, fino ad arrivare al panettiere piuttosto che alla gente al bar, non si sentono altro che critiche e “lui fa così, lei fa colà”. E allora? Appurato che abbiamo perso credibilità davanti al mondo, che gli scandali stanno paralizzando un paese, come e cosa fare per superare questa “empasse”? Forse sono distratta, ma da mesi e mesi nessuno fa più delle proposte, soltanto critiche…

  4. Condivido ogni singola riga e ci aggiungerei anche gli insulti, a Berlusconi e a Brunetta, sulla loro statura (se non dai politici, certamente dalla “gente comune”). Quelle della sinistra stanno diventando delle litanie: quindi non solo inutili ma anche, poiché ripetitive, sempre più noiose. Da semi-profana, la mia sensazione è che ormai la gara sia non a chi comunica meglio, ma a chi comunica meno peggio.

  5. Bene fa Giovanna a sottolineare l’imbecillità dell’antiberlusconismo che sta dimostrando, e lo dico con’infinita tristezza, di essere l’imbecillità del berlusconismo in senso opposto. La critica alla vecchiaia fa parte del corollario del “teorema” Berlusconi: tutto ciò che afferisce a lui, che lui dice o che lui fa, è sbagliato a priori. Il vero, il bene e il giusto consiste nel contrario.
    Una volta fatto proprio questo modo di pensare si può benissimo gettar via il cervello, tanto non serve più. Capiamoci: non sto sostenendo che il settantenne Bossi sia oggi un esempio invidiato di adattamento biologico all’ambiente. Sto solo invitando a capire che anche Bossi può dire cose giuste. Se dicesse solo cose sbagliate la sua funzione sarebbe importantissima, superiore a un Einstein, addirittura oracolare perché basterebbe ribaltare ciò che dice per arrivare sempre alla verità. Sarebbe quello che fa sempre zero al totocalcio, utilissimo per far vincere chi lo consulti.
    Ecco, gli argomenti a sinistra oggi sono puerili ma sopratutto contradditori, e la vecchiaia è solo uno tra i tanti. Ma sapete cos’è più sconfortante? Che quando la critica è contraddittoria vuol dire che chi parla è parecchio confuso.
    Non sono confuse le opposizioni che chiedono le dimissioni che non avranno mai solo per non ammetter di essere impotenti nell’organizzare una sfiducia parlamentare? Non è confusa la Confindustria e il suo giornale che oggi latra contro ciò che ha sempre sostenuto solo perché ha dato un’occhiata alla pesante minusvalenza nel proprio portafoglio? Non è confuso Di pietro che sta già parlando da tupamaros?
    A questo punto l’importante è sparare con gli argomenti che di volta in volta si trovano per strada, come fossero sassi, oggi la vecchiaia domani la protesi, dopodomani i capelli o le ninfette.
    L’unica critica che non ho sentito dire è nel merito della manovra finanziaria. Del resto è confuso anche il clan Repubblica che del Pd è la vera grancassa perché non puoi imputare a Tremonti di aver fatto una manovra che taglia e allo stesso tempo criticarla perché non taglia abbastanza.
    Ma ora che ci ripenso la critica alla vecchiaia ha una funzione apotropaica, è quasi un esorcismo: la vecchiaia è l’inverso della Crescita: cancelliamo l’autunno e non vivremo che primavere. Dimentichiamo i cimiteri e non moriremo più.

  6. Ottimo post, prof.
    Come è insostenibile l’equazione giovinezza=valore, non può sussistere l’equazione vecchiaia=disvalore.

    P.S. – Quello che era stato visto come la nuova speranza dei giovani si sta rivelando un capopopolo che ben conosce l’arte oratoria. E la retorica, in particolare.

  7. Scrivi molto bene, Giovanna, il problema non è l’età, è il comportamento. Si continua a confondere il piano tra la persona e le azioni. Da un punto di vista retorico, basterebbe poco per cambiare, ma la retorica ha radici profonde e grandi implicazioni.

  8. Che bello condividere ogni riga di ogni post precedente. 🙂

    Aggiungo che prendersela con Berlusconi, come se mandarlo a casa fosse la soluzione dei problemi italiani, è molto utile. Risparmia la fatica di affrontare i problemi veri.

    Ma tutti i post precedenti sono di persone che questa fatica sembrano dispostissimi a farla. Grande. 🙂

  9. Finalmente una volta su questo blog leggo e penso: non sono d’accordo.

    Sono cresciuto con la cultura umanistica: per me la vecchiaia è sinonimo di saggezza, come il maestro e la professoressa rimangono figure di riferimento.

    Da qualche anno (io mi avvio ai 40) vivo direttamente l’esperienza dell’imprenditoria, e ho scoperto una cosa: quando mi confronto con imprenditori di altri paesi, faccio riunioni dove l’età media è di 30-35 anni. E mi dicono: “guarda che è così in giro per il mondo, siete voi in Italia che avete tutti i posti in mano a 60enni.” Non so se questa generalizzazione sia vera.

    So però un’altra cosa: non si tratta di valutare l’intelligenza o le capacità, in riferimento alla vecchiaia. Sarebbe ben stolto. Ma la capacità di guardare avanti, sì. C’è un fattore psicologico – vorrei dire: persino inconsapevole – di cui non possiamo non tenere conto: a 30 anni lo sguardo prospettico è diverso, il desiderio di portare novità è tendenzialmente maggiore, la voglia di rischiare, di azzardare ha riferimenti persino cromosomici diversi. Poi, evidentemente, si può anche asserire, come è pure vero, che “a vent’anni si è stupidi davvero / quante balle si ha in testa a quell’età”. Insomma, non si può generalizzare, ma nemmeno fare l’errore opposto, ovvero ritenere che a 80 anni si è sicuramente strafichi. Non è vero: è più plausibile che si abbia l’arteriosclerosi a 80 che a 30, anche se non è affatto detto. Evitiamo di strappare gli applausi al contrario.

    In definitiva: essere vecchi non è una nota di demerito, ed è una oscenità indicare nella vecchiaia altrui un motivo di biasimo. Ma – nel caso specifico – io sono d’accordo con Vendola: quello che fa Berlusconi è legato al suo essere 1) maschio 2) vecchio 3) rincoglionito (così ha detto).

    Forse non è quello che intendeva il leader di Sel, ma io – ricordandomi le frasi dei miei colleghi spagnoli e d’oltralpe – ho pensato subito: quanto ci ha ragione.

  10. condivido che l’attacco puerile, basato sull’aspetto fisico o sull’età anagrafica, è fine a sé stesso ed inutile. Trovo ad esempio imbarazzante la facilità con cui si svalutino politici chiamandoli ‘nani’, come se questa fosse utile a valutarne l’operato.

    Sulla vecchiaia però vorrei fare un distinguo: è vero che la giovinezza non è di per se un valore. è altrettanto vero che chi è più giovane in italia (facciamo fino a trentacinque anni, così, per mettere una fine all’eterna giovinezza) volte senta le generazioni più anziane come un fardello, come promotrici dell’immobilismo attuale, come detentori di ricchezze, posti di lavoro, diritti cui non sono disposti a rinunciare né condividere.

    Il dubbio che l’inps la si paghi per sostenere le generazioni precedenti senza la certezza che qualcuno sosterrà noi è forte.

    e l’impressione che questa classe politica sia molto attenta alle richieste delle generazioni over 40, e molto poco alle precedenti, è forse la molla che fa scattare l’attacco anagrafico. non tanto perchè loro siano vecchi, ma perchè favoriscono ogni giorno l’immobilismo del paese, tutelando che certezze le ha già e lasciando fuori gli atri.

  11. @ A_iR

    Può darsi che i vecchi siano mediamente meno orientati al futuro, meno lungimiranti. Probabilmente hai ragione, ma servirebbero dati al riguardo.

    Però ci sono stati vecchi molto lungimiranti — magari perché pensavano agli interessi delle generazioni dei propri figli e nipoti. Quindi generalizzare è fuorviante.

    Non sarebbe meglio dire che Berlusconi è poco lungimirante, e precisare in che cosa?
    E identificare e combattere i molti meccanismi che in Italia avvantaggiano gli anziani a scapito dei giovani?

    Prendersela coi vecchi non è tanto diverso da prendersela coi maschi, o con le donne, o cogli immigrati, ecc.

  12. @A_iR
    “Quello che fa Berlusconi è legato al suo essere 1) maschio 2) vecchio 3) rincoglionito (così ha detto).”
    Permettimi di non essere d’accordo. Ciò che fa è legato al suo essere sessualmente attivo, interpretando quindi le caratteristiche della giovinezza. I dialoghi che emergono dalle intercettazioni ci mostrano, sì, un uomo squallido ma negano di fatto la vecchiezza dell’uomo. Quindi l’argomento della vecchiaia è parecchio spuntato perché se è vero che l’asfaltatura cranica o il lifting è un sinonimo di debolezza, l’attivismo mandrilloide è forza e rivendicazione della proprià vitalità. Per una buona parte dell’elettorato âgé basta e avanza.
    Piuttosto è assecondandolo che si potrebbe delegittimare il suo status di sultano dell’harem. Prendete un uomo dal patrimonio stellare. Fategli sperimentare la naturale andropausa di tutti gli uomini dopo i cinquanta, quel declino omeopatico eppure psicologicamente drammatico. Superati i sessanta fatelo incombere in un cancro alla prostata con conseguente operazione chirugica. Come tutti sappiamo, sebbene si possa probabilisticamente mantenere una qualche efficienza erettile, è scontato pensare che il connubio con l’andropausa releghi ai ricordi del passato l’ipertrofia anche erotica dell’uomo che fu. Adesso umiliate lui e i suoi milardi con l’introduzione del viagra, che purtroppo non risolve le impotenze da prostatectomia costringendolo alla crudeltà di un miraggio che per altri è realtà.
    Poi date a quell’uomo una protesi discreta, idraulicamente gonfiabile alla bisogna, perpetua nel suo meccanico funziomento. Ebbene, avrete un uomo nuovo. Ritenete che la psicologia non ne risenta? Che la protesi non diventi un’estensione dell’ego alla ricerca del tempo perduto e dell’impossibile godimento di tutti quei miliardi che altri dopo di lui dissiperebbero?
    Il rincoglionimento non pertiene perciò alla maschia vecchiaia quanto invece alla possibilità concreta di vedersi e viversi giovane.

  13. Bene, perfetto, chiarito che il rincoglionimento non pertiene alla vecchiaia, ovvio.
    Ma chi gli ha mai impedito di godersi i suoi miliardi come gli pare a lui?
    Anche se gli avessero impedito di costruire il suo impero televisivo, in nome di una regolamentazione del settore, di certo non sarebbe rimasto povero… né si può dire con certezza che sarebbe finito sotto la scura della magistratura…anche i tangenstisti più incalliti se la sono cavata…
    Ce la cantiamo e ce la suoniamo di continuo, cerchiamo di nasconderci….però lui resta lì… e con lui buona parte del problema…
    Ciao!

  14. Pingback: Attenzione alla Coesione Sociale | Il corpo delle donneIl corpo delle donne

  15. “Dimenticare che il mondo è pieno di «gggiovani» di 20-30-40 anni idioti e senza cultura, incapaci di alcunché?”
    Condivido pienamente!!!

  16. Riprendo Ben «Prendersela coi vecchi non è tanto diverso da prendersela coi maschi, o con le donne, o cogli immigrati, ecc.», con cui concordo, e rincaro il suo «come»: è anche come prendersela con gli omosessuali, per fare un altro esempio.

    Infatti, indovinate come ha risposto ieri sera Fede, ospite radiofonico alla Zanzara, condotta da Giuseppe Cruciani su Radio24, all’esternazione di Vendola?

    Fede ha preso in giro Vendola (usando però una metafora molto più becera) per la sua omosessualità. Ripagandolo della stessa moneta, insomma: invettiva contro i vecchi, da un lato, omofobia, dall’altro. E a quel punto, come potrebbe rispondere Vendola? Solo abbassando ulteriormente il livello. O non rispondendo, perché sono 1 a 1: bassi bassi nello scantinato più fondo, tenendosi a braccetto.

  17. Mi ricordo quando, all’epoca della prima repubblica e del dominio politico della DC, circolavano battute relative al fatto di essere governati da ” Piccoli, Storti e Malfatti”. Erano tempi già piuttosto infelici eppure tali che ci si potevano ancora permettere giochi di parole. Se nel nostro paese e nella nostra lingua potessimo usare il termine “vecchiaia” e affini come una metafora, così come si usano espressioni come “miopia della classe dirigente” oppure “un nano – vabbeh di solito è l’inverso, gigante – del pensiero”, se potessimo permettercelo, saremmo già a un punto migliore di quello in cui siamo (ci si accontenta di poco).
    Invece non possiamo farlo, il traslato non trasla, resta appiattito sulla superficie del reale e concreto. Bloccato. Perchè siamo governati effettivamente da vecchi, nani, pelati e da persone gravemente malate.

    Il fastidio, la rabbia o addirittura l’angoscia per quello che ci manca come paese – una prospettiva di futuro, una visione lucida e di ampio orizzonte da parte delle componenti politiche ed economiche della classe dirigente – li esprimiamo con parole che si ritorcono su se stesse e si inchiavardano alla loro inevitabile accezione letterale. Il che ci pone, come società, fra l’incudine e il martello (tanto per non farci mancare metafore).
    Da un lato, se evitassimo di usare “vecchio” (ma anche “nano” e “storpio”, perchè è quello a cui si allude – e per fortuna che ancora solo si allude – parlando dell’età di Bossi), temo che, comunque non vedremmo con chiarezza i problemi ed eventuali soluzioni, ma precipiteremmo, ora come ora, nel vuoto dell’afasia.
    Dall’altro, usare quelle parole così denotate e materialmente significative, non solo ci impedisce di guardare la realtà e di indica bersagli politicamente falsi, ma anzi, rinforza l’attacco sociale e ideologico in atto da tempo nei confronti di categorie deboli e già gravemente penalizzate dalla macanza di adeguate politiche di welfare.

  18. Caracaterina, cavolo: complimenti per l’analisi! 😀

  19. Scusami, Giovanna, apprezzo molto i tuoi post, ma questo sinceramente non lo capisco. Non voglio difendere Vendola a tutti i costi, ma scusami, di fronte allo scempio culturale e morale che stiamo vedendo il problema è che vendola definisca queste persone ‘vecchi’? E perché, non è un’aggravante? Per me, sì. Non capisco cosa c’entri la generalizzazione a una categoria. Non mi sembra proprio che Vendola abbia voluto dire che i vecchi devono ‘crepare’ (dove? secondo quale implicito?). Vendola ha semplicemente detto che in queste circostanza essere ‘vecchi’ è un’aggravante. E io sinceramente sono d’accordo. E’ la stessa cosa se le orge con le ragazzine le fa un trentenne o un settantenne? Per me no, che a fare certe cose siano persone di ottant’anni che detengono il potere da decenni per me è un’aggravante, aumenta il tasso di grottesco e di insopportabilità. Poi, forse io sono troppo figlio di una cultura cattolica e classica (la senectutis), forse sono troppo vecchio (dentro), come d’altronde lo è anche Vendola (per sua stessa ammissione).
    rr

  20. rr, Vendola non ha detto esplicitamente che Berlusconi deve crepare, ovvio.

    Ma nel momento storico in cui parla in questi termini, catturando il facile applauso sulla altrettanto facile contrapposizione fra «vecchi e giovani», be’, mi pare evidente che stia fomentando un atteggiamento del tipo «ammazza il vecchio» e «a casa, a casa!», che, stando all’attenzione e sensibilità per «le cose della vita» che altrove Vendola mostra, sinceramente non avrei mai voluto sentire.

    È un aggravante che un 75enne compri e venda corpi rispetto al fatto che lo faccia un 35enne? Per me no. Mi fa schifo la pratica della compravendita di corpi, indipendentemente dall’età di chi la esercita. Considererei un’aggravante solo se ci fossero coinvolti bambini, questo sì. Sempre per valutare solo il fattore anagrafe.

    Certo, se poi non riesci a prescindere dal fatto che quel certo 75enne è Berlusconi, è altra faccenda. Ma allora mi dai ragione, perché nella valutazione entra in gioco che ha potere, che ha denaro, che è lui.

    Dunque l’invettiva va fatta contro la compravendita del corpo, non contro il fatto che a fare la compravendita siano 70enni invece di 30enni.

    Esperimento mentale. Facciamo finta, per un momento, di trovarci in un paese governato da 35-40enni che si comportano esattamente come si stanno comportando questi signori. Gli faresti sconti perché hanno 35-40 anni?

  21. Lerner non ce l’aveva contro “i vecchi”. Ha insistito nel definire “anziano” Berlusconi perché sa che la sua (per me e per molti ridicola) lotta contro il tempo che passa lo porta a sentirsi ferito dal sentirsi definire anziano, è il suo tallone d’Achille e se vuoi colpire un potente devi colpirlo nel suo punto debole. Quindi per me come “offesa”, in questo specifico contesto, funziona, anche se l’antiberlusconismo è qualcosa che penso abbia rotto un po’ le scatole senza ottenere nulla!

  22. Ilaria: pensare che Berlusconi «possa sentirsi ferito» da qualcuno che lo definisca vecchio… cosa vuoi che a Berlusconi importi che un avversario come Lerner lo chiami «vecchio»? Lui non fa una vita da vecchio, ha l’energia, i soldi e il potere per non sentirsi neanche un po’ vecchio.

    In ogni caso è irrilevante immaginare cosa Berlusconi percepisca come ferita personale e cosa no: Lerner parla al target della sua trasmissione, non certo a Berlusconi. È lì dentro, rimestando in quel target, che inocula una valutazione basata sull’età anagrafica che per me è non solo fuorviante, ma è l’altra faccia del berlusconismo che pretenderebbe di combattere.

    È come se – implicitamente – tutto ciò passasse a chi ascolta Lerner la legittimità del valutare qualcuno non sulla base di ciò che fa, ma sulla base dell’età. È questo che trovo profondamente repressivo. Ingiusto. E offensivo nei confronti delle moltissime persone di 75 anni che sono colte, attive, piene di cose da dire e fare di buono nel mondo.

  23. Quando in giro per il mondo si diceva e si dice “vecchio”, le associazioni mentali possono essere tante: da anziano a superato, da maturo a fuori moda, da saggio a bacucco, da autorevole a bavoso.

    Purtroppo, in questo periodo dire in Italia “vecchio” ha assunto un sapore particolare – che c’entra poco con Gillo Dorfles, Rita Levi Montalcini e Margherita Hack.

    C’entra invece, in modo sempre più drammatico, con la contrapposizione tra giovani e vecchi – nel lavoro, nell’economia, nell’insegnamento, nella ricerca e, ovviamente, anche nella politica. Più che come modelli, esempi, saggi, esperti, i vecchi sono sempre più visti come barriere, occupanti, egoisti perché, in effetti, il potere che conta, è tuttora saldamente in mano agli anziani.

    Quando in politica ci si riferisce ai vecchi, si sottintende per forza anche i concetti “impietrito”, “inamovibile”, “casta”. A parte la Serracchiani e Renzi, tutti i potenti della politica hanno largamente superato i cinquanta, se non i sessanta, i settanta o addirittura gli ottanta. La stessa cosa succede nelle aziende.

    Allo stesso tempo è paradossale che, rispetto a qualche decennio fa, tendenzialmente non sono più i giovani a sostenere i vecchi, ma che sempre di più sono i vecchi ad aiutare o a mantenere i giovani.

    Non credo che Vendola ce l’avesse con i vecchi come appartenenza anagrafica, ma prima di tutto come difensori a oltranza di privilegi e potere.
    Che poi, alcuni degli anziani più in vista, nei confronti delle donne si comportassero come dei tamarri sfrenati e volgari, non aiuta certo difendere i coetanei dei nostri nonni e bisnonni.

    E anche vero che le “qualità” meno rilevanti di alcuni leader (la magrezza di Fassino, la statura di Brunetta, il presunto scarso appetito fisico di Rutelli, i limiti mimici e gestuali di Bossi), sono continuamente messi alla berlina dai vignettisti poco spiritosi e dagli oppositori politici poco intelligenti. Fa invece benissimo Altan a stigmatizzare la squallida messa in scena del nostro premier: uno che si fa dipingere addosso una falsa chioma e calza scarpe posticce per sembrare più aitante, è solo un povero imbroglione. Se poi questo povero imbroglione, si comporta socialmente come un boss d’altri tempi che si vanta pubblicamente delle sue conquiste strapagate, allora Niki fa bene a sputtanare anche quel giovanilismo a oltranza, patetico e orrendo.

  24. Cavolo, Giovanna! Grazie. Soprattutto perchè mostri sempre sotto una luce divergente e critica i tic e le stereotipie che immobilizzano il linguaggio, quindi il pensiero, e inviti tutti a farlo.

    Il fatto è che il linguaggio comune, proprio nelle sue frasi fatte, mostra sempre la sua aderenza alla realtà ma, quando è “troppo” aderente, poco ideativo, vuol dire che la realtà che mostra è, in sè, eccessivamente ingessata e sclerotizzata. Al di là di tutti i nostri problemi politico-economico-sociali e perciò culturali, credo che, in relazione al tema giovani/vecchi valga la pena tenere presente l’aspetto strettamente demografico. Su wikipedia ho trovato una sintesi agile. Considerando soprattutto la piramide dell’età e la tabella del movimento naturale non è così paradossale che siano i vecchi a sostenere i giovani e che proprio di questo facciano un punto di forza.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Demografia_d%27Italia#Piramide_delle_et.C3.A0_per_l.27Italia

  25. No, io credo che il problema sia un altro. Guai a chi dà addosso ai vecchi, che sono una grande risorsa per ogni paese. Ma da che mondo è mondo, in ogni civiltà, dalle più arcaiche alle più moderne, i vecchi vengono sì trattati con rispetto, sono certo loro i detentori del sapere e della saggezza, però poi a governare sono i più giovani, perchè è giusto che sia così, perchè è giusto che ci sia un ricambio, perchè c’è bisogno di idee fresche e nuove. A ciascuno il suo tempo, a ciascuno il suo ruolo. Zapatero, per citarne uno, non si ricandiderà alle elezioni, e lo fa perchè sa che è giusto passare il testimone, sa di aver fatto il suo tempo, “quel” tempo” non il tempo in generale. E certo parliamo di giovani intelligenti. Accade ovunque tranne che da noi, dove una classe politica, vecchia di anni ma soprattutto di idee e di visione del mondo non lascia la tolda fino a che non muore. E non per perseguire ideali in cui crede o per fare il bene del Paese ma solo per non perdere potere e per poter continuare, senza pudore, a servire i propri interessi.

  26. Non ho capito una cosa. Si sostiene qui che dare del vecchio all’avversario sia una strategia comunicativa infruttuosa o che non sia una cosa carina da fare?
    Cinicamente noto che le due cose spesso non coincidono.

  27. Stefania scrive: “Ma da che mondo è mondo, in ogni civiltà, dalle più arcaiche alle più moderne, i vecchi vengono sì trattati con rispetto, sono certo loro i detentori del sapere e della saggezza, però poi a governare sono i più giovani, perchè è giusto che sia così, perchè è giusto che ci sia un ricambio, perchè c’è bisogno di idee fresche e nuove”.
    O lei ha uno strano concetto dell’anagrafe o ha un cattivo rapporto con la Storia. A governare sono i giovani? Ma che mondo ha visto lei?
    Siamo seri: anche a voler difendere la forza vitale e lo slancio del giovane siamo pur sempre in democrazia quindi è perfettamente coerente che l’età media di chi comanda sia oltre l’età della pensione visto che l’Italia è statisticamente considerato il Paese anagraficamente più anziano al mondo e oltre 19 milioni di elettori sui 47 totali aventi diritti sono pensionati.
    Perciò cosa vi aspettate di avere in democrazia se non la tutela delle istanza dell’elettorato di maggioranza?
    Riformuliamo il commento di Stefania: quando i giovani governano è perché hanno soppresso i padri. O parricidio o gerontocrazia. Non è questa una corretta lettura della Storia?

  28. Forse non ci capiamo sul significato della parola “giovani”, non intendo certo teen agers, ma in un paese come il nostro avere un Presidente del consiglio quarantenne sarebbe come avere un bebè al governo in paesi normali. Diciamo gradirei che esistesse almeno la possibilità del ricambio generazionale e non dover invece solo assistere ad una indefessa attività di zecche spasmodicamente attaccate alle loro poltrone. E se si guarda intorno noterà che più della metà dei governanti di altri paese hanno la metà degli anni dei nostri!

  29. Il nuovo sindaco di Napoli ha 44 anni – non 74. Eppure guardate cosa quel giovanotto ha combinato pochi giorni fa nel suo feudo:

    Bell’esempio di innovazione e di modo nuovo di fare politica.

  30. Il fatto che baci o non baci la teca a me sinceramente non mi sembra indicativo di un modo di governare, mentre il fatto che da Napoli siano spariti i rifiuti sì.

  31. 1) Se questi gesti sono privi di significato, allora va anche bene scaccolarsi in pubblico o fare il gesto dell’ombrello. Ma siccome in Italia si sposano in chiesa anche gli anarchici e i Rifondaroli, genuflettersi di fronte all’oscurantismo più tamarro e kitsch, è ancora considerato solo come un semplice rituale di default. Fintanto che in questo paese il più grosso evasore fiscale ha mano libera per essere l’assoluto protagonista della commedia italiana “Libera Chiesa in liberismo di Stato”, la nostra sudditanza nei confronti dei potenti non cambierà mai.

    2) Che finalmente un politico campano abbia affrontato un problema che in tutta l’Europa non è mai stato un problema, è certamente lodevole e importante. Ma anche i gesti simbolici dei nostri leader possono cambiare in meglio o in peggio i nostri equilibri, la convivenza, il senso di partecipazione. La camorra non prospera e si diffonde solo con la violenza, ma anche grazie all’ignoranza.

  32. concordo sul pessimo ruolo della Chiesa nel nostro Paese ma non entro nel merito di chi crede o non crede e non giudico. Non credo sia il bacio delle teca che conti, almeno non per me. Preferisco andare al sodo e all’essenziale.

  33. @ stefania

    Hai ragione a dire che ci sono problemi enormi e urgentissimi – la mancata crescita, il debito, e anche la spazzatura a Napoli – che richiedono provvedimenti rapidi.

    Oltre a questo, serve però anche un cambiamento culturale, fra cui l’educazione ai media di cui parla Giovanna. Terry De Nicolò e San Gennaro sono rilevanti al riguardo. 🙂
    Ovviamente richiedono più tempo. Ma sono pure importanti e urgenti.

  34. Giovanna ha indicato un tema importante in modo previsibilemnte intelligente, che ha suscitato l’espressione di una interessante serie di idee. Complimenti a tutti
    angelo

  35. Allora ci voleva Matteo Renzi!

  36. La parola “vecchio” la usano semplicemente come rafforzativo; davanti a persone come Napolitano o la Montalcini, per esempio, credo che non gli passerebbe neppure per la mente un simile ragionamento.

  37. Sono superd’accordo – credo che ci entri una specie di meccanismo infantile, lo stesso che ha portato alla lista dei presunti politici gay (presunti vale per entrambe le categorie 🙂 ) per cui si punisce l’avversario con gli stessi stereotipi per la comunicazione dei quali lo si condanna. Ci hai fatto du palle così con la retorica dei giovani e belli? Invece sei vecchio! Ce l’avevi con l’omosessuali? Invece sei omosessuale! Cosicchè si forniscono campagne che anche se riuscissero ad appannare il carisma di questo o quel rappresentante, non fanno niente per sostituire la logica che li propone, anzi la si conferma.

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